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martedì 26 agosto 2008

Martiri

E' guerra anche in India. Una guerra che non ha fame di terra, ma di anime.
E' guerra di religione e le prede sono cristiane.
I fanatici indù hanno dato alle fiamme un orfanotrofio.
Gli obiettivi erano i bambini.
Il lavoro affannoso delle suore e dei sacerdoti ha salvato tutti i bambini, ma nulla si è potuto fare per un uomo e una suora.
Lei, di soli 22 anni, è stata l'ultima ad andare verso l'uscita, preoccupata di salvare tutti i bambini che la struttura ospitava. Non ha fatto in tempo. Le fiamme hanno divorato le sue carni dandole una morte atroce.

Le agenzie parlano di suore stuprate. L'infamia dello stupro, già immensa su una laica, su una suora che ha dedicato a Dio la sua castità, riecheggia come un grido infernale.

Colpire un orfanotrofio suscita una rabbia difficile da arginare. Proprio l'India, che tanto ha avuto dalle religiose cattoliche. Servizio ospedaliero gratuito per i malati, scuole per bambini poveri e orfanotrofi per i più sfortunati. Gente che serve i poveri dal basso, non con le elemosine a migliaia di chilometri di distanza, ma sporcando l'abito di fango, sangue e merda.
Piccole donne, consacrate a Dio, che hanno commosso il mondo col loro servizio ai poveri d'India. Nobel per la Pace nel 1979.
Può un odio essere così acceso da far dimenticare tutto questo?

Ancora Orissa brucia di fiamme e odio.
I teschi di Osura, feroce ornamento della collana di Kali, vomitano ancora sangue.
Un orfanotrofio si consuma sotto i morsi di un fuoco pagano.
Restano su terra arsa lacrime di bimbi, orfani di padre, di madre e di tetto.
Restano su terra arsa carni di cristiano, incoronate dalla grazia del martirio.