
Il recente viaggio in Israele mi da lo spunto per numerosi articoli. Pian piano ci occuperemo di mostrare a voi lettori le nostre esperienze.
Molti di voi sanno che lo Yad Veshem è il museo/santuario dove il popolo eletto ricorda le vittime del nazismo. E saprete anche che nella sezione delle persone "ambigue nei confronti dell'olocausto" si trova la foto di
Pio XII.
Un'altra delle volgari menzogne a cui c'hanno abituato i kosherofagi. E lo dimostrerò.
Pochi sono a conoscenza degli attestati di riconoscenza nei confronti del Papa.
Nel settembre del 1945 arrivano da parte di
Nathan, commissario dell'unione delle comunità israeliane (
Osservatore Romano, 8-10-1945). E sempre a settembre dello stesso anno arrivano i ringraziamenti del
Dott. A. Leo Kubowitski, segretario del Congresso Mondiale Ebraico (
Osservatore Romano, 23-09-1945). Evidentemente non tutti gli ebrei sono ingrati.
Il 29 novembre 1945 il Papa ricevette circa
80 delegati di profughi ebrei, provenienti dai campi di concentramento in Germania, "
sommamente onorati di poter ringraziare personalmente il santo Padre per la sua generosità dimostrata verso di loro durante il terribile periodo del nazifascismo" (
Osservatore Romano, 30-11-1945).
Neanche il processo di
Norimberga intaccò la fama del Papa.
Le
più alte cariche politiche di Israele, e rappresentanti di organismi ebraici mondiali e nazionali,
condividono "il lutto dell'umanità per la morte di Sua Santità Pio XII". Così in un cablogramma
Golda Meir, che prosegue: "
Quando venne il tremendo martirio del nostro popolo, nel decennio del terrore nazista, la voce del Papa si elevò per le vittime [...] Piangiamo un grande servitore della pace".
Ed allora da dove nascono queste calunnie?
Se in pochi conoscono gli attestati di stima a Pio XII, nessuno conosce la storia di
ISRAELE ZOLLI, ai tempi della guerra, Gran Rabbino della comunità israelitica. Tutto quello che sappiamo su lui e la sua storia lo dobbiamo alla figlia Miriam, ancora in vita e residente a Trastevere.
Onde evitare di essere colmato di chissà quali insulti propongo un virgolettato tratto dal Giornale del 31 Marzo 1988. Si tratta di un'intevista a Miriam Zolli.
Quando i nazisti chiesero 50 chili d'oro per risparmiare la vita agli abitanti del Portico d'Ottavia, mio padre disperato corse in Vaticano... Il Santo Padre gli fece sapere che il Vaticano avrebbe messo a disposizione i 15 chili mancanti. Da allora Israele Zolli stabilì un rapporto di simpatia umana, quasi di identificazione con Pacelli. Purtroppo il tesoro non servì a placare l'ira dei nazisti. Fra il 15 e il 16 ottobre 1943 i tedeschi rastrellarono il ghetto. "
Mio padre - aggiunge Myriam -
aveva capito anche questo: come sarebbe andata a finire. Lui non si fidava delle SS, e in precedenza aveva suggerito ai leader della comunità di bruciare i registri e di far fuggire la gente. Gli diedero del visionario. Anche perché avevano avuto notizie rassicuranti dall'allora capo della polizia Carmine Senise."
Sappiamo pure che papa Pacelli aveva mandato P.Pancrazio Pfeiffer a parlare col generale Stahel per fermare l'operazione, ma ottenne da Himmler solo una posticipazione del rastrellamento.
Ma torniamo a
Zolli. Costui era un grande conoscitore della Bibbia. Nei suoi studi Israele Zolli aveva riconosciuto in
Gesù Cristo il Volto del Servo di cui parla Isaia (
Isaia cap 35 e successivi). Così Zolli chiese ed
OTTENNE il BATTESIMO prendendo il nome di Eugenio in onore di Pacelli.
Ovviamente la comunità ebraica la prese malissimo e fece il vuoto attorno a Zolli fino a cingergli attorno un impenetrabile muro di silenzio (se la cavano benissimo i Giudei nell'erigere muri).
Era stato profeta Eugenio Zolli. Dice la figlia Myriam: "
Subito dopo la guerra papà mi diceva spesso: Vedrai, faranno di Pio XII il capro espiatorio del silenzio che tutto il mondo ha mantenuto dinanzi ai crimini nazisti" (
Il Giornale, inizio dell'intervista citata).
Il primo ad attaccare pubblicamente Pio XII fu
Rolf Hochhuth (ebreo) con un testo teatrale: Der Stellvertreler (Il Vicario), pubblicato nel 1963. La sua tesi era che Pio XII non aveva fatto quel che poteva e doveva fare in difesa degli ebrei. A parte il chiasso nell'opinione pubblica, il contenuto della prova era semplicemente dilettantesco, e diversi ebrei ben informati criticarono fortemente l'autore.
Nel 1968 fu tradotto in italiano un libro scritto a New York: "Morte a Roma". Quando ne fu tratto un film, l'autore,
Robert Katz (ebreo), fu condannato dalla Corte di Cassazione per diffamazione.
Bisogna segnalare due libri di storici ebrei: La Chiesa cattolica e la Germania nazista, di
Gunther Lewy, e Pio XII e il Terzo Reich, di
Saul Friedlander, apparsi pure negli anni '60. Ma per ambedue troviamo un giudizio fortemente negativo di uno storico di fama internazionale, il gesuita P.Robert Graham, e di un'autorità incontestabile, Robert Kempner, sfuggito al regime nazista e poi avvocato dell'accusa al processo di Norimberga: "Nessuno dei due offre ragioni per cambiare questa opinione" (di energica difesa di Pio XII).
in questi ultimi anni lo scrittore americano
John Cornwell col suo libro Il Papa di Hitler, accusa Pio XII addirittura di essere fautore del nazismo, e pretende di aver documentato la sua tesi con ricerche fatte nell'archivio della Segreteria di Stato, primo ed unico a consultare tali archivi.
Gli risponde proprio uno storico ebreo,
Michael Marrus: "
Il libro di Cornwell? Superficiale e scandalistico... Sul piano accademico, l'opera di Cornwell non ha valore: si basa su pochi documenti già noti da anni e sostiene la sua tesi in modo superficiale" (Cf.
Avvenire, 25 novembre 1999).
Il nostro appoggio va a tutti coloro che si adoperano con studi e ricerche storiche nel voler cancellare le volgari calunnie che infangano il nome di un grande Papa.