Chiariamo subito una cosa: sono ovviamente contento che Mastrogiacomo sia stato liberato,solo che la storia indubbiamente mi smuove qualche critica. Innanzitutto il rapimento del giornalista ha fatto molto più scalpore di quello degli ingegneri italiani nel delta del Niger. Ma la cosa assurda è ricordare come col governo Berlusconi ci si indignò perchè l'odiato cavaliere osò pagare fior fiore di soldi dei contribuenti per liberare le due Simone o Giuliana Sgrena. La sinistra divorò il turpe cavaliere per essere sceso a patti con i terroristi.
Mastrogiacomo,oltre ai soldi è costato la liberazione di 5 capi talebani, tra cui il fratello di Dadullah, ossia del capo talebano più temibile che opera nell’area dov’è stato sequestrato Mastrogiacomo. Come abbiano fatto a convincere Kabul a liberarli non ci stupisce,dato che lì la corruzione ha raggiunto vertici inenarrabili.
Ed ecco il punto problematico. Innanzitutto vedere come determinati individui cerchino di trasformare in trionfo politico quello che hanno tanto criticato al vecchio governo ha del tragicomico,ma non mi dilungo a proposito,preferisco "non curarmi di loro,ma guardare e passare".
La cosa preoccupante è che si siano liberati obiettivi sensibili di questa guerra. Mastrogiacomo non è un militare,ma un civile. E per liberarlo si sono rilasciati 5 terroristi. Che tutto questo sia stato fatto con il tacito consenso degli americani(come suggerisce "libero" di feltri) lo escludo. Gli americani non lo avrebbero permesso nè ora e nè mai.
Questo significa che abbiamo danneggiato e tradito (nuovamente) il nostro alleato militare,alleato che in qualche modo prenderà provvedimenti.
Qualcuno paventa un nuovo omicidio accidentale come il caso "Calipari"(ancora senza scuse da parte degli USA),altri ancora peggio.
Lungi da me l'idea di aiutare gli usraeliani in quella che(come le altre) è una guerra ingiusta,ma ci si ritira a testa alta (come la Francia in Iraq),non con sotterfugi.
Qualche spunto finale: ormai che si è chiaramente sdoganato il pagamento del riscatto,spero si tenga presente quando si vedrà un nuovo caso di rapimento,invece di congelare il conto in banca dei parenti delle vittime rendendo tra l'altro la loro vita ancora più difficile. O altrimenti che il governo tuteli anche i rapiti "interni" come tutela quelli con la tessera dei giornali a lui amici.
Spunto finale: sappiate che la tutela che ha avuto Mastrogiacomo non è concessa agli inviati di altri giornali. Riporto testualmente la testimonianza di M. Blondet quando fu inviato da Avvenire
Per noi di Avvenire, gli ambasciatori d’Italia (pagati anche da noi) non erano mai disponibili.Un ambasciatore a Kabul mi nascose persino che stava formando un convoglio di automezzi per andare nelle zone del sud dove erano arrivati i nostri soldati; riuscii coi miei mezzi a salire su un elicottero USA, arrivai a destinazione e trovai l’ambasciatore che aveva portato con sé, ovviamente, i giornalisti-servi della RAI e di Repubblica.Giornali «più importanti».Noi di Avvenire l’abbiamo sempre saputo.Per questo il nostro giornale ci copriva con una costosissima assicurazione che, almeno, avrebbe pagato qualcosa ai nostri familiari in caso di nostra morte.Un milione al giorno e forse più.
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