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giovedì 27 dicembre 2007

"La destra" a favore della riapertura delle case chiuse




ROMA, 10 DIC - ”Basta con le ipocrisie sulla prostituzione e con il ridicolo provvedimento che il Governo sta per varare: La Destra si battera’ per la riapertura e la legalizzazione delle case chiuse in funzione anche di un argine contro la delinquenza e per una sempre piu’ necessaria tutela della salute”. Lo afferma la portavoce de La Destra Daniela Santanche’. La parlamentare annuncia quindi per giovedi’ prossimo una conferenza stampa sull’argomento assieme al segretario nazionale, Francesco Storace, ed al presidente del partito, Teodoro Buontempo, che ha gia’ presentato un disegno di legge sulla prostituzione. ”E’ ora di calare la maschera e guardare in faccia la realta’: il provvedimento che il Governo rinvia di settimana in settimana - afferma ancora Santanche’ - e’ solo un modo per tapparsi gli occhi e non risolvere il problema. Noi di La Destra porteremo l’argomento su tutte le piazze d’Italia e mobiliteremo i nostri militanti per una raccolta di firme. La gente infatti non ne puo’ piu’ di vedere su tutte le strade italiane questo vergognoso e insano mercimonio”.


L'argomento è molto complesso.
Personalmente sarei contro la riapertura delle case chiuse per una questione di natura etica. Il mercimonio del proprio corpo lede la dignità sia della prostituta che del "cliente".

Resta però da considerare il fatto che ci troviamo in una società totalmente inefficiente dal punto di vista dei controlli,ergo potrebbe essere ammessa la riapertura, qualora venissero assicurati i seguenti criteri:

1)NESSUN OBBLIGO: considerare la prostituzione come lavoro non deve significare un obbligo per le ragazze di accettarlo qualora siano in cassa integrazione. La legge prevede l'impossibilità a rifiutare 2 lavori pena l'esclusione dalla cassa integrazione. Bene, la proposta di lavorare come prostituta non deve essere considerata in questi termini.

2)TASSAZIONE AL 70%
: essendo un "bene di lusso" e totalmente superfluo,possiamo infierire con una tassazione predatoria

3)LOCALIZZAZIONE DELLE CASE CHIUSE NELLE PERIFERIE: che non succeda che con esse vengano insozzati i centri storici

4)ESENZIONE TOTALE ICI E SPAZZATURA PER I PROPRIETARI DI CASA IN QUARTIERI DOVE SONO PRESENTI CASE CHIUSE: questo naturalmente considerando che la loro casa perde di valore,nelle vicinanze di luoghi di prostituzione.

5)LOTTA FEROCE ALLA PROSTITUZIONE CLANDESTINA: essendo in numero minore,sarà più facile condurla con pene severissime

6)CONTROLLI MEDICI OBBLIGATORI E OBBLIGO DI PRESERVATIVO: per la prostituzione si deve assicurare la totale mancanza di malattie sessualmente trasmissibili. malattie che negli ultmi anni hanno avuto un'impennata epidemiologica proprio per questo motivo.

7)INSTAURAZIONE DI REGISTRI DI PROSTITUZIONE:dove vengono registrati tutti i dati anagrafici di prostitute e clienti,obbligandoli ad effettuare frequenti esami del sangue,ginecologici e urologici prima di qualunque rapporto.

mercoledì 26 dicembre 2007

Premio Darwin


Fra le scarse notizie di questi giorni, abbiamo tutti visto questa: un padre separato, a Piacenza, ottiene che le sia affidata la figlia di cinque anni per Natale.
E' probabile che abbia voluto fortemente e attivamente avere sua figlia a casa strappandola alla ex-moglie, è suo «diritto».
Questo padre amorevole e sollecito che fa?
La vigilia di Natale, abbandona la bambina piccolissima a casa - tanto dorme - e va a passare la notte con amici.
Alle 5 del mattino la povera bambina si sveglia, sola in una casa che forse non conosce.
Il padre non c'è (era un suo «diritto», passare tutta intera la notte fuori).
Spaventata, è andata alla finestra, forse nel tentativo di scappare di casa.
E' precipitata giù; solo una sollecita magnolia ha attutito la caduta che poteva essere mortale
(i vegetali sono più attenti dei padri, di questi tempi).
Con grave trauma cranico, la bambina è ricoverata a Parma.

Il padre tornato dalla bisboccia viene denunciato per abbandono di minore.
Probabilmente, il brav'uomo si dispera.
«Per rimorso», dicono le cronache, tenta di uccidersi.
Buttandosi anche lui dal balcone?
No, troppo semplice.
L'uomo sigilla le finestre del suo appartamento e apre il gas, sperando di morire respirando metano. Passa del tempo, il metano non è così tossico come crede il papà piacentino.
Probabilmente si accende una sigaretta, chissà.
Tutto esplode, ovviamente.
L'uomo è ricoverato con gravissime ustioni.
Non solo il suo appartamento è squarciato, ma l'immobile stesso è pericolante.
Nella casa del papà sono state trovate piccole dosi di coca e di ero: un «diritto» per uso personale. Un «diritto» che spiega l'abbandono della bambina per le uscite notturne con gli «amici» e tutto il resto.



Nel web americano circolava mesi fa un sarcastico «Premio Darwin», dove fatti come questi venivano ironicamente premiati come prove che i loro protagonisti erano palesemente «inadatti alla lotta per l'esistenza» nel mondo d'oggi.
Il sarcasmo è fuori luogo.
C'è invece lo sgomento, l'esasperata domanda: come un individuo del genere, così palesemente inadatto alla vita, così irresponsabile e totalmente imprevidente, così egocentricamente infantile, per giunta ignorante delle leggi basilari della fisica dei gas, abbia potuto sopravvivere fino ai 40 anni nel mondo complesso del ventunesimo secolo.
E non solo sopravvivere, ma avere un appartamentino e certamente un lavoro.
Come ha potuto?



In altri tempi, un essere così sprovveduto avrebbe mendicato davanti alle chiese e vissuto sotto i ponti.
Non avrebbe avuto soldi per coca ed eroina, e nemmeno per un fiasco di vino.
Forse questa è una tragedia dell'eccesso di «diritti» illuministi.
Forse è la bambagia di «diritti» che ci avvolge - apice della civiltà occidentale, prodotto delle sicurezze sociali moderne - ad allevare esseri così mentalmente informi, così privi di senso del dovere e così schiavi dei loro primi impulsi.
L'apice della civiltà occidentale produce esseri primordiali cresciuti nella coscienza acuta dei loro «diritti» e che non si ritengono obbligati ad alcuna responsabilità.
Sarebbe la prova che la civiltà illuminista e secolarizzata, «progressista» per definizione, non è capace di trasmettere il progresso: sforna neanderthaliani ancor più elementari di quelli paleolitici, che almeno conoscevano le durezze della vita (e vivevano in media 45 anni).
Nessuna ironia.
Solo sgomento e sconforto: quanti sono così, quanti di questi darwiniani inadatti all'esistenza circolano fra noi, forniti di tutti i diritti e i documenti a posto, come fossero cittadini?
Queste anime informi sono palesemente pericolose per gli altri.



Tra le poche notizie dei giorni natalizi, risaltano delitti assurdi compiuti per «obbedienza al primo impulso» da questi neanderthaliani.
Un marito separato vuol passare il Natale con l'ex moglie e i tre figli, litiga con lei (come sempre); la donna chiama in soccorso per telefono il padre, che arriva con il cognato.
Il separato spara, uccide la moglie, uccide il suocero, si suicida.
Per fortuna i figli, visto l'inizio del litigio, erano andati via di casa, sennò avrebbe ammazzato anche loro.
I motivi dell'alterco erano, ci si dice, «futili».
Il primo impulso ha vinto, come vuole la pubblicità.
Per primo impulso un falegname, descritto come gran lavoratore, sequestra una quarantenne per chiedere il riscatto, ma non sapendo come fare la ammazza immediatamente (più comodo, meno responsabilità) e la fa a pezzi.
Per obbedire al suo primo impulso, al suo «diritto» di vivere la sua vita, l'ennesimo ubriaco alla guida ha annichilito una famiglia intera, massacrato un padre, una madre e una delle due figlie, l'altra di 11 anni è in pericolo di vita.
E' accaduto nella Bergamasca.
Illeso invece il conducente pluri-omicida (le leggi del darwinismo non funzionano sempre). Trattasi di un individuo di 32 anni, alla guida di un SUV.
E' stato denunciato a piede libero, come suo «diritto».



Naturalmente c'è Satana ad animare queste entità sub-umane, elementari, che credono di «vivere la propria vita» e invece sono vissuti da qualcun altro.
Attraverso di loro il demonio è riuscito a lordare di sangue e follia la Natività, anche quest'anno.
Perché non è vero che la stoltezza rende innocenti.
Un vecchio proverbio diceva: «Lo stupido è la cavalcatura del demonio».
E' un detto medievale, tempo di minori «diritti», e di maggior sapienza, civiltà e giustizia.

Maurizio Blondet




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lunedì 24 dicembre 2007

AUGURI DI BUON NATALE



I Gemelli Neri augurano ai lettori un Santo e sereno Natale.
Che sia occasione propizia per riscoprire la Fede e per dei sereni momenti di felicità e unione familiare.

In un periodo dove infervorano le guerre di civiltà,e nell'attesa dell'ormai adveniente guerra all'Iran(per non parlare delle invettive alla russia),troviamo appropriato fornire un attualissimo brano del radiomessaggio di Pio XII alle nazioni in occasione della vigilia del Natale 1942

Con sempre nuova freschezza di letizia e di pietà, diletti figli dell'universo intero, ogni anno al ricorrere del Santo Natale, risuona dal presepe di Betlemme all'orecchio dei cristiani, ripercuotendosi dolcemente nei loro cuori, il messaggio di Gesù, luce in mezzo alle tenebre; un messaggio che illumina con lo splendore di celestiali verità un mondo oscurato da tragici errori, infonde una gioia esuberante e fiduciosa ad un'umanità, angosciata da profonda e amara tristezza, proclama la libertà ai figli d'Adamo, costretti nelle catene del peccato e della colpa, promette misericordia, amore, pace alle schiere infinite dei sofferenti e tribolati, che vedono scomparsa la loro felicità e spezzate le loro energie nella bufera di lotta e di odio dei nostri giorni burrascosi.

E i sacri bronzi, annunziatori di tale messaggio in tutti i continenti, non pur ricordano il dono divino, fatto all'umanità, negli inizi dell'età cristiana; ma annunziano e proclamano anche una consolante realtà presente, realtà come eternamente giovane, così sempre viva e vivificante; realtà della "luce vera, la quale illumina ogni uomo, che viene in questo mondo" e non conosce tramonto. L'Eterno Verbo, via, verità e vita, nascendo nello squallore di una grotta e nobilitando in tal modo e santificando la povertà, così dava inizio alla sua missione di dottrina, di salute e di redenzione del genere umano, e diceva e consacrava una parola, che è ancor oggi la parola di vita eterna, valevole a risolvere i quesiti più tormentosi, insoluti e insolubili da chi vi porti vedute e mezzi effimeri e puramente umani; quesiti i quali si affacciano sanguinanti, esigendo imperiosamente una risposta, al pensiero e al sentimento di una umanità amareggiata ed esacerbata.

Il motto "Misereor super turbam" è per Noi una consegna sacra, inviolabile, valida e impellente in tutti i tempi e in tutte le situazioni umane, com'era la divisa di Gesù; e la Chiesa rinnegherebbe se stessa, cessando di essere madre, se si rendesse sorda al grido angoscioso e filiale, che tutte le classi dell'umanità fanno arrivare al suo orecchio. Essa non intende di prendere partito per l'una o l'altra delle forme particolari e concrete, con le quali singoli popoli e Stati tendono a risolvere i problemi giganteschi dell'assetto interno e della collaborazione internazionale, quando esse rispettano la legge divina; ma d'altra parte, "colonna e base della verità" (1 Tm 3,15) e custode, per volontà di Dio e per missione di Cristo, dell'ordine naturale e soprannaturale, la Chiesa non può rinunciare a proclamare davanti ai suoi figli e davanti all'universo intero le inconcusse fondamentali norme, preservandole da ogni travolgimento, caligine, inquinamento, falsa interpretazione ed errore; tanto più che dalla loro osservanza, e non semplicemente dallo sforzo di una volontà nobile e ardimentosa, dipende la fermezza finale di qualsiasi nuovo ordine nazionale e internazionale, invocato con cocente anelito da tutti i popoli. Popoli, di cui conosciamo le doti di valore e di sacrificio, ma anche le angustie e i dolori, e ai quali tutti, senza alcuna eccezione, in quest'ora d'indicibili prove e contrasti. Ci sentiamo legati da profondo e imparziale e imperturbabile amore e da immensa brama di portare loro ogni sollievo e soccorso che in qualsiasi modo sia in Nostro potere
.

Chi volesse leggerlo tutto può rintracciare il brano cliccando qui

L'importanza dell'informazione


Leggete l’articolo pubblicato da Informazione Corretta
E notate la frase “Chi vuole conoscere la realtà cristiana nei territori palestinesi, eviti per informarsi l'edizione di oggi , 23/12/2007,di AVVENIRE, il quotidiano della CEI. “
E la frase “Chi vuole sapere come vanno veramente le cose si legga il pezzo di ieri di Fiamma Nirenstein, pubblicato ieri su IC.”

Quindi per capire la realtà,chiunque voglia sapere deve “evitare” certi articoli e certe fonti perché sono false?
“La verità è solo quella che diciamo noi.”
Questo è quello che leggendo mi è venuto in mente.
Sarà per questo che non vogliono che si revisioni un certo periodo storico?
Ma il consiglio di evitare di leggere qualcosa e l’affermare che chi voglia sapere veramente debba concentrarsi solo su una fonte sembra molto poco democratico e di sicuro poco intelligente.
Provate a pensare cosa sarebbe oggi la nostra vita se non ci fossero stati i curiosi,coloro che dubitando delle “versioni ufficiali” e volendo sempre più conoscere sperimentavano e confrontavano le cose vecchie con le nuove?
Saremmo probabilmente ancora dentro le caverne a mangiare carne cruda.
“So di non sapere”.
Questo è un vero consiglio. Questo l’imperativo categorico che,secondo me, tutti dovremmo seguire.
E continuare a interrogarci, a sperimentare cose nuove, a leggere e ascoltare chiunque;gli amici ma soprattutto i nemici per renderci conto delle idee che gli altri hanno di noi e delle nostre idee e confrontarle.
“Ascolta anche i noiosi e gli ignoranti,poiché tutti hanno qualcosa da insegnarti”.”Sii sempre curioso”.
Le parole di un vecchio,mio compaesano,che all’età di 80 anni e avendo frequentato solo la prima elementare a me sembra molto più intelligente dell’intellettuale che ha scritto il summenzionato articolo.
La curiosità è madre del sapere. Non la censura né l’isolamento intellettuale.

Secondo un mio amico il paradiso è un luogo dove potremo soddisfare la nostra sete di conoscenza.
Sono pienamente d’accordo con lui, e credo che sulla terra ci siano persone che vogliono farci morire di sete.


Leonardo Zappalà

venerdì 21 dicembre 2007

Due culle vuote

Due letti, uno accanto all'altro, nel reparto di ostetricia di un ospedale di Roma. Uno vuoto, nell'altro una ragazza legge le ultime pagine di un buon libro. Arrivano i medici che cominciano a leggere la cartella clinica di questa ragazza: vi è un rischio elevato di un aborto spontaneo.
La ragazza ne viene messa al corrente e si scusa in un buon italiano con accento portoghese per le lacrime che non riusciva a frenare.
Il giro visite va avanti.
Sul letto vuoto, solo una scritta: "IVG", il modo elegante e poco traumatico per definire l'aborto volontario.
"Interruzione volontaria della gravidanza" rende tutto più ovattato e indolore.

Silenzio. Nessuna parola dai camici bianchi, si tira avanti al prossimo paziente.

Ironia della sorte, nella stessa stanza una ragazza desidera la nascita del figlio e l'altra la morte.
Tristemente a raggiungere il suo scopo sarà solo quest'ultima.
Non voglio annoiare i lettori con lunghi discorsi di bioetica.
Io accuso lo stato che non informa le donne della possibilità di partorire e andar via senza riconoscere il figlio e senza lasciare traccia di se.
Accuso i medici e gli scienziati che sanno benissimo che la vita scatta al momento della fecondazione, ma prostituiscono i loro studi al dio denaro.
Accuso i radicali che vogliono mettere l'aborto allo stesso livello della contraccezione.

Ci avviciniamo al Natale e non posso che riflettere sulla sacralità della vita umana. Da cattolico, il 25 Dicembre metterò Gesù Bambino nel mio presepe. E la mente andrà a quella legge infame, responsabile di un olocausto dalle proporzioni impensabili, che insauguina impunemente milioni di culle.
Si alzerà una preghiera

martedì 18 dicembre 2007

America: paese dei liberi

Invito nuovamente i lettori a visionare questo video

Preambolo della Costituzione degli Stati Uniti D’America
SEPTEMBER 17, 1787
We the People of the United States, in Order to form a more perfect Union, establish Justice, insure domestic Tranquility, provide for the common defence, promote the general Welfare, and secure the Blessings of Liberty to ourselves and our Posterity, do ordain and establish this Constitution for the United States of America
Noi, popolo degli Stati Uniti, allo scopo di perfezionare ulteriormente la nostra Unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità all'interno, di provvedere alla comune difesa, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione degli Stati Uniti d'America.

E’ impressionante come molti di voi credano ancora alle belle parole di libertà e di concetto di democrazia che gli U.S.A vogliano esportare nel mondo.
Quello che vedete nel video non è un pochino,(ma solo un pochino eh?),ANTICOSTITUZIONALE?
E poi dicono che sotto la dittatura fascista non c’era libertà di pensiero in Italia?
Sì, sarà pur vero, ma almeno i cittadini Italiani sapevano di essere sotto dittatura!
Il ragazzo del video però non è italiano e non sta rivolgendo le sue domande a Benito Mussolini!
Se è questo il modello di Democrazia che lo Zio Sam vuole esportare spero che in Italia arrivi il più tardi possibile….o è gia arrivato?


La risposta la ignoro…….

P.S.:Non so perché ma penso sempre al 25 Aprile quando vedo Uncle Sam.

Leonardo Zappalà

domenica 16 dicembre 2007

Sabotate "La bussola d'oro"

Siete pronti per (sabotare) il film di Natale di quest’anno?
“Le mie simpatie vanno al Tentatore, assolutamente. L’idea è che il peccato, la Caduta, sia stata una cosa molto positiva. Se non fosse successa noi saremmo ancora dei giocattoli nelle mani del Creatore». Quest’affermazione, che non stupirebbe leggere nelle retoriche affermazioni di qualche pensatore ottocentesco da quattro soldi, campeggiano trionfalmente sulla quarta di copertina della trilogia fantastica di Philip Pullman, Queste oscure materie, da cui la New Line ha tratto un adattamento cinematografico del primo volume che uscirà a Natale, La bussola d’oro (titolo originale "The Golden Compass"). Questo dunque è il “film per le famiglie” che ci vedremo proporre molto presto; questo è il film che tanti genitori vedranno assieme ai loro bambini, e che è solo la punta acuminata e tagliente dell’iceberg del problema del perpetuo e costante attentato alle strutture basilari della conoscenza umana in tanta letteratura per ragazzi.

Pullman riadatta i primi capitoli della Genesi per i suoi lettori bambini e adolescenti in una cornice fatta di viaggi tra i mondi, battaglie, tradimenti e creature fantastiche, ma la prospettiva è ribaltata: gli eroi qui sono Satana e i suoi, che hanno aiutato l’umanità schiava del proprio geloso Padrone. Protagonista è una bambina che si rivela essere la nuova Eva: aiutata da un oggetto capace di rivelare i segreti di ogni cosa, la bussola d’oro appunto, riesce a uccidere Dio e a liberare le anime dal terrore della morte, permettendo finalmente loro di dissolversi nel cosmo, scopre le gioie della sessualità con il suo amico dodicenne - in questo consiste il “frutto proibito” che la Chiesa odia e teme, descritto in pagine capaci di suscitare davvero cattive suggestioni nei giovanissimi lettori - e instaura la gioiosa “Repubblica dei Cieli” che si contrappone al perfido “Regno dei Cieli” e ai suoi ipocriti servitori, una Chiesa fatta di fanatici assassini, sadici sessuofobie mutilatori.

Il partito dei “buoni” allinea invece un’accozzaglia davvero raccomandabile: assieme ai due protagonisti - poco tratteggiati e pieni di problemi con le rispettive famiglie, così da favorire l’identificazione di ogni adolescente - e ad alcune figure classiche delle fiabe (il re reietto e il vecchio guerriero saggio) ci sono un clan di streghe che si scoprono essere state calunniate dalla Chiesa, due angeli omosessuali (sì, omosessuali!) e una ex-suora che diventa il “Serpente” della storia, che saprà indicare ai due giovani la via della vera libertà e autocoscienza: la scoperta che non esistono il bene e il male, ma solo ciò che fa bene o male a te e agli altri. La grande liberazione qui non è come in Tolkien gettare l’Anello delle Tenebre e del Potere nelle fiamme da cui è venuto - rispedito al mittente - ma scagliare un Crocifisso in fondo al mare, e con esso tutti gli odiosi sensi di colpa e i sacrifici.

L’adattamento cinematografico pare sia un poco annacquato: allo scopo di evitare che qualche genitore cristiano un poco meno rimbecillito storca il naso davanti alle più evidenti parodie e accuse al cristianesimo la Chiesa è chiamata “Magisterium” (come nel libro del resto, ma chi conosce il latino?) e i suoi perfidi gerarchi non indossano l’abito talare ma una sorta di divisa militare. Nicole Kidman, che interpreta la malvagia e fanatica Miss Coulter, assicura che la sua coscienza di cattolica è a posto: il film non è contro la Chiesa, è solo contro Dio, quindi c’è di che star sereni, no? In ogni caso anche una versione edulcorata sarà la migliore cassa di risonanza perché i libri di Pullman siano letti e il suo messaggio diffuso. Le migliori menzogne sono quelle che lavorano piano piano, e la più grave che Pullman propone, e di cui ben pochi colgono la valenza tragica per i suoi giovani lettori, è la segreta radice anche dei suoi rabbiosi e superficiali attacchi alla Chiesa: per Pullman la libertà è indipendenza, non amore. Anche Lewis e Tolkien e migliaia di poeti prima di loro ci avevano ricordato che bisogna lottare contro la tirannide che opprime il mondo, ma questo perché c’è un vero ordine e una vera autorità che libera dalle menzogne degli oppressori. Qui invece non c’è nessun Re di cui aspettare il ritorno, come ci aveva insegnato Tolkien, e nessun valoroso Leone capace di farsi uccidere per te, come Lewis.

Si dirà che è solo una storia, se non fosse che gli uomini, piccoli o grandi che siano, sono vinti, convinti e interrogati molto più dalle storie che dalle teorie. Da sempre le grandi storie aiutano a riconoscere quanto c’è di bello, di buono e di vero, a difenderlo ed a proteggerlo. Molti dei fantasy di maggiore successo degli ultimi anni sono invece un esplicito attentato a questa fondamentale percezione del mondo e di se stessi: Pullman è solo la punta appariscente di un fenomeno ben più vasto. Per esempio, Eragon, dove il cavaliere non lotta più contro il drago, simbolo di distruzione e di morte, ma lo cavalca e ne sfrutta la potenza distruttiva: non ci sono cose buone o cattive, ma solo un potere che vale la pena controllare. L’anello di Tolkien che cade sulla neve e si trasforma in una raffinata bussola dai segni misteriosi: è questa la trovata pubblicitaria scovata dalla New Line, per sponsorizzare La bussola d’oro, così da legare la pellicola al successo del Signore degli Anelli. Un’immagine che suggerisce qualcosa di profondo e sinistro: questa bussola, che pretende di indicare la vera via alla conoscenza e alla libertà, non fa che “ghermirci e nel buio incatenarci”, come i versi oscuri incisi sull’Anello del Potere.

Solo storie, si dirà. Sì, storie. Cioè la cosa più seria che ci sia. Che c’è di male in un drago cavalcato? C’è che chi corrompe il nostro modo di guardare corrompe il nostro modo di pensare e agire.

sabato 15 dicembre 2007

Il giudeo-cristianesimo




Giudeo-cristiani e giudaizzanti

Oggi si parla molto (e a sproposito) di origini giudaico-cristiane dell'Europa.
Dal punto di vista teologico e di fede (dacché «sine Fide non remanet teologia») tale termine è erroneo e contraddittorio in se stesso (è come parlare di un cerchio-quadrato).
Cerchiamo di vedere che cosa ci dice la Rivelazione, la Patristica e il comune insegnamento dei teologi ed esegeti approvati su questo argomento.
Il termine «giudeo-cristiani» alle origini del cristianesimo si applica in senso stretto ai «cristiani nati ebrei, i quali ritenevano che la legge cerimoniale dell'Antico Testamento non fosse abrogata e sono entrati così in conflitto non solo con San Paolo ma con il cristianesimo stesso».
Mentre la parola «giudaizzanti» etimologicamente indica «i pagani convertiti al cristianesimo che imitavano i costumi ebraici […] e ritenevano obbligatoria per salvarsi l'osservanza, totale o parziale, della Legge [cerimoniale] mosaica; di fatto, però, furono quasi tutti cristiani di sangue ebraico».
Le pretese giudeo-cristiane si fondavano - materialmente ed erroneamente- sulle promesse fatte da Dio ad Abramo e ai Patriarchi, sul fatto che il Messia, nato dalla razza ebraica, avrebbe stabilito sulla terra un regno, il quale era quello di Israele, e che Cristo era venuto per compiere la legge dell'antico Israele.
Il giudeo-cristianesimo (di cui si parla tanto oggi, teologicamente e politicamente, senza definirne il significato) voleva così «ricalcare il cristianesimo sul giudaismo, chiedendo ai popoli di affiliarsi - tramite la circoncisione [e le altre osservanze della legge cerimoniale] - alla nazione ebraica».
Inoltre i proseliti o convertiti dal paganesimo, secondo i giudeo-cristiani, sarebbero stati cristiani di seconda serie, con un'inferiorità ontologica nell'ordine della salvezza.
Dio stesso intervenne visibilmente a dirimere la gravissima questione affinché la Chiesa rispondesse immediatamente e fermamente a quest'insidia che minacciava di soffocare l'universalità della Redenzione.

Come il giudeocristianesimo fu espulso dalla Chiesa

a) Il battesimo del centurione romano Cornelio (Atti X-XI)
Un angelo appare in Cesarea al pio centurione Cornelio della coorte Italica perché invii dei messi in Joppe a Simone soprannominato Pietro.
Questi, intanto, rapito in estasi, vede calare dal cielo un grande lenzuolo contenente animali di ogni specie, inclusi quelli dichiarati impuri dalla legge mosaica; una voce gli ordina: «Uccidi e mangia!», ma Pietro protesta: «Non sia mai, o Signore! Nulla, infatti, ho mai mangiato di profano e d'impuro».
La voce gli replica: «Ciò che Dio ha purificato tu non chiamarlo impuro».
La visione si ripete tre volte, ma resta un mistero per Pietro finché non giungono i messi del centurione Cornelio.
Egli li segue e non esita ad entrare nella casa di questo incirconciso dicendo: «Voi sapete come è illecito ad un giudeo l'unirsi o accostarsi a uno straniero, ma Dio mi ha insegnato a non chiamare profano o impuro alcun uomo» e, quando sa dell'angelo apparso a Cornelio, esclama: «In verità, io riconosco che Dio non fa distinzione di persone, ma in ogni nazione chi lo teme e opera la giustizia è accetto a Lui!».
Mentre Pietro annunzia il perdono dei peccati per chiunque crede in Nostro Signore Gesù Cristo, lo Spirito Santo discende sugli incirconcisi che lo ascoltano con grande stupore dei «fedeli della circoncisione», cioè dei cristiani provenienti dal giudaismo venuti con Pietro e questi domanda loro: «Può alcuno mai negare l'acqua del Battesimo a questi che ricevettero lo Spirito Santo come noi?».
L'episodio di Cornelio attesta che dei pagani sono entrati, per ordine di Dio, nella Chiesa senza passare per la circoncisione e quindi per la Sinagoga.
Si può essere cristiani senza essere ebrei di sangue (giudeo-cristiani) e senza neppure sottomettersi al cerimoniale ebraico (giudaizzanti).
L'antica legge è stata abrogata, il «muro di separazione» (Ef., II, 14) tra ebrei e gentili è caduto, la Chiesa è aperta a tutti,
senza distinzione o primati di razza, non ci sono «fratelli maggiori» o minori, ontologicamente parlando
.



b) Il Concilio di Gerusalemme (Atti, XV; Gal. II, 1-10)
«Quando Pietro fu risalito a Gerusalemme, i [cristiani] venuti dalla circoncisione si misero a litigare con lui dicendo: 'Sei entrato da uomini incirconcisi e hai mangiato con loro' ».
Udito, però, da Pietro l'intervento divino «si calmarono e glorificarono Dio dicendo: 'Dunque anche ai Gentili Dio ha concesso il ravvedimento e la vita' ».
Quando, però, Barbara e Paolo compiono nuove e numerose conquiste tra i pagani, il fermento si riaccende più vivo: «Alcuni, venuti dalla Giudea, presero a insegnare ai fratelli: 'Se non venite circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete salvarvi'».
Ne nasce «non piccolo contrasto» con Paolo e Barnaba, i quali salgono a Gerusalemme affinché gli Apostoli definiscano tale questione.
Ha luogo così il primo concilio nella storia della Chiesa, il quale, fondandosi sul battesimo di Cornelio e della sua famiglia («Dio… ha sentenziato a loro favore dando loro lo Spirito Santo siccome a noi, e non ha fatto differenza alcuna fra noi e loro purificando con la fede i loro cuori») riconobbe ai gentili la libertà di entrare nella Chiesa, senza passare per il giudaismo; essi non sarebbero neppure stati dei «fratelli minori», né minorati, ossia non avrebbero avuto un rango secondario nella Chiesa.



c) L'incidente di Antiochia (Gal. II, 11-21)
Pietro, venuto in Antiochia mangia con i cristiani provenienti dal paganesimo.
Ma poi, giunti alcuni giudeo-cristiani da Gerusalemme, se ne astiene «per timore dei circoncisi» e attira nella «sua simulazione» anche Barnaba ed altri giudei, quasi che essi si credessero ancora obbligati dalle osservanze legali mosaiche.
Paolo, mosso da zelo apostolico, in pubblica adunanza rimprovera a Pietro l'incoerenza della sua condotta.
Noi - egli dice in sostanza - benché giudei di origine, sapendo che per la salvezza a nulla giovano le osservanze della legge mosaica, ma è necessaria la fede, abbiamo creduto in Gesù Cristo lasciando le osservanze legali.
Come possiamo, dunque, obbligare i Gentili alle osservanze che noi abbiamo con ragione lasciate?
Se noi ritornassimo alla legge, dicendo che essa è necessaria alla salvezza, noi riedificheremmo ciò che prima abbiamo demolito, e con ciò stesso ci riconosceremmo colpevoli di trasgressione.
No - conclude l'Apostolo - io non voglio render vana la grazia che Dio ci ha fatta in Gesù Cristo, perché se tornassi alla legge mosaica come se essa potesse salvarmi, Gesù Nostro Signore sarebbe morto invano.
I cristiani, provenienti dal paganesimo, dunque, si salvano senza obbligo di sottomettersi alla legge cerimoniale mosaica; basta la fede in Gesù Cristo e la carità (le buone opere).
Anche i cristiani, provenienti dal giudaismo, si salvano per la medesima via, né il sangue conferisce loro una dignità ontologica maggiore.
San Paolo insegna che «la circoncisione è nulla» (Gal. VI, 15) e che ciò che salva è «la fede che agisce mediante la carità» (Gal. V, 6).
Così il giudeo-cristianesimo fu espulso dalla Chiesa, mentre oggi si cerca di farvelo rientrare con la teoria dei «fratelli maggiori», dell'Antica Alleanza «mai revocata», delle radici «giudaico-cristiane» dell'Europa e facendo celebrare
ai poveri fedeli sprovveduti la Pasqua giudaica in diverse parrocchie cattoliche.
Occorre fare attenzione perché il vecchio errore non si riproduca.
La «catastrofe» (in ebraico shoah) più grande sarebbe proprio il ritorno del «giudeo-cristianesimo» o la «nuova giudaizzazione»della Chiesa.
Non bisogna perciò dimenticare la dottrina apostolica e occorre mantenere alta la guardia e riprovare ogni forma di discriminazione di stampo giudaico-cristianista, che sarebbe, in quanto particolarismo razzista, un vero peccato contro l'umanità intera a favore di una nazione o di un popolo.
San Paolo nell'Epistola ai Romani insegna che «il ruolo d' Israele è oramai finito. Dio, irritato dalla sua condotta, l'ha abbandonato. Verrà un tempo in cui un resto d'Israele si salverà. Ora le promesse divine passano ai gentili».



Il giudeo-cristianesimo nella divina rivelazione

La dottrina sul pericolo del giudeo-cristianesimo è esposta specialmente nelle Epistole di San Paolo. Questi nel suo secondo viaggio apostolico (nel 50 dopo Cristo circa) arrivò nella Galazia del nord (con capitale Ankara).
Ritornandovi tre anni dopo, si accorse che coloro che aveva evangelizzato nel primo incontro, si «erano lasciati abbindolare dai fanatici giudeo-cristiani, abbracciando le pratiche del giudaismo (circoncisione, ecc.) quasi necessarie alla salvezza».
Dunque, da Efeso (nel 54 dopo Cristo circa) San Paolo - divinamente ispirato - scrive loro confutando gli errori del giudeo-cristianesimo e dei giudaizzanti.
Nell'Epistola ai Galati insegna: «Mi meraviglio che così presto vi siete allontanati da Colui che vi ha chiamato nella grazia di Cristo, passando ad un vangelo diverso…, vi sono alcuni che gettano lo scompiglio in mezzo a voi e si propongono di stravolgere il Vangelo di Cristo. Ora se anche un Angelo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che noi stessi vi abbiamo annunciato, sia anatema!» (I, 6-8).



I Padri, i Dottori e gli esegeti approvati nella Chiesa spiegano in tal senso il passaggio paolino: i giudaizzanti disertano e abbandonano il Vangelo di Cristo, predicato dai suoi Apostoli, per aderire ad un altro vangelo contrapposto a quello cristiano.
Il giudeo-cristianesimo vuole disertare o abbandonare Dio, che chiama gli uomini nella grazia ottenutaci da Cristo con la sua Passione e morte, e rimpiazzarlo con l'osservanza delle cerimonie legali antiche.
La salvezza, invece, si ottiene solo grazie alla fede in Cristo (vivificata dalla carità).
I giudaizzanti sono bestemmiatori e votati alla dannazione; tale è, infatti, il significato
dell'«anatema» (v.8) equivalente all'«herem» ebraico, che designava gli scomunicati come votati alla perdizione per motivi religiosi.
Neppure un Apostolo e san Paolo stesso potrebbe sfuggire alla dannazione, se predicasse il contro-vangelo giudeo-cristiano.
Nel capitolo II ai versi 3-4, l'Apostolo ricorda che nel 50 dopo Cristo circa era salito al Concilio apostolico di Gerusalemme assieme a Tito, il quale, essendo greco, non era circonciso.
I giudaizzanti gridarono allo scandalo, poiché la presenza di un incirconciso a Gerusalemme e ad un concilio era ritenuta da loro intollerabile e quindi chiesero che fosse circonciso.
Ma Paolo vi si oppose recisamente perché Nostro Signore Gesù Cristo ci ha liberati dalla schiavitù della Legge mosaica: «Ad essi noi non cedemmo neppure un istante affinché si conservasse intatta la verità del Vangelo».
L'Apostolo qualifica i giudaizzanti come «falsi fratelli intrusi» (v. 4), [non maggiori], «che si erano infiltrati per attentare alla libertà nostra, che abbiamo in Gesù Cristo, e renderci schiavi» (v. 4).
Il loro scopo, cioè, era d'imporre la legge giudaica come necessaria alla salvezza, negando così valore alla grazia che rende liberi dal peccato in Gesù Cristo.



I cristiani giudaizzanti più che a Cristo credevano al vecchio cerimoniale mosaico, ma l'antico cerimoniale è oramai - con l'avvento di Gesù - incapace di santificare; esso è stato rimpiazzato dalla grazia di Cristo in virtù dei Suoi meriti: «Se la giustificazione viene dalla Legge cerimoniale [mosaica], certamente Gesù è morto invano o senza scopo» (v. 21).
Il giudeo- cristianesimo è l'annullamento radicale e totale del Sacrificio di Gesù e della grazia cristiana che ne deriva; in breve è l'apostasia e la distruzione del Cristianesimo apostolico:
«Se vi lasciate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla» (V, 2).



E' evidente che, propriamente parlando, l'Europa non ha «radici giudeo-cristiane», ma ha radici cristiane semplicemente.
Né ha solo «radici», perché l'albero del cristianesimo, sempre in piedi e vitale, continua a produrre foglie, fiori e frutti per le anime di buona volontà, malgrado l'apostasia degli Stati e delle istituzioni pubbliche e malgrado questa apostasia abbia finito con l'investire ai nostri giorni anche parte del mondo cattolico.
È altresì evidente che il cristianesimo è per sua natura universale e, pur avendo difeso questa sua universalità dall'insidia del giudeo-cristianesimo, resta nondimeno aperto a tutti, inclusi gli ebrei che credono in Cristo e attendono la loro salvezza dai Suoi meriti, e non dalla razza e dalle pratiche giudaiche.

sisinono.org

Follie sioniste


Leggete questo articolo di Deborah Fait pubblicato su Informazione Corretta.

Se lo avete fatto e il vostro cervello non ha subito traumi troppo devastanti dalle parole della scrittrice vi invito a guardare il video sulla Palestina che trovate a fine pagina del blog.

Mah!Io dico solo questo! Cioè…o la Signora Fait era sotto l’effetto di ettolitri di super-alcolici quando ha scritto l’articolo o è davvero pazza.
Riporto alcune frasi della suddetta perché da sole mi sembra mostrino i sentimenti di “tolleranza” e “apertura al dialogo” della stessa.

“Come li chiamava Oriana Fallaci? Figli di Allah? Io sarei meno gentile perche' hanno stufato, perche' hanno letteralmente rotto le scatole, perche' sono dei fetenti, perche' l'unica cosa che vogliono non e' la pace, ne' relazioni diplomatiche con Israele ma vogliono questo pezzo di terra, vogliono questi 20.000 kilometri di civilta' e cultura, di coltivazioni e giardini per ridurla a deserto, pascolarvi i loro cammelli e introdurre la legge della sharia.”


Fetenti?Hanno rotto le scatole?
E ancora….

“Ma come, Condie, lei ha osato obbligare il Ministro degli esteri di Israele ad entrare nella sala delle riunioni passando dalla porta di servizio per non offendere la sensibilita' di quei beduini grondanti miliardi anche dai buchi del naso”

E sono loro i razzisti?!
Dai che si continua….

“A questo punto chiunque abbia un po' di sale in zucca si chiede "Ma cosa sono andati a fare a Annapolis?"
Beh, gli israeliani sono andati a farsi offendere dai beduini miliardari nella speranza di aprire l'ennesima porta alla pace e al dialogo.”


E ancora….

“Aggiungiamo a tutta questa desolazione anche le ong italiane che,con il forum Palestina, amici di chiunque sia contro Israele, hanno preparato per tutto il 2008 una quantita' industriale di manifestazioni per "due popoli, uno stato".
Insomma, par di capire che non ci vogliono.


No cara Fait sei tu a non capire…“due popoli”= ebrei e palestinesi. Non è vero che non vi vogliono sennò avrebbero scritto “Juden Raus”.
Ma è sicuro che sappia leggere?
Ancora….

“Altro che cultura della pace e della non violenza, loro non sanno nemmeno cosa sia la pace. Ma sapete di chi state parlando voi laggiu' in America? State parlando di gente che strappa le budella al nemico , che mette al muro civili israeliani solo perche' sbagliano strada e li fucila, che usa la menzogna per mettere il mondo intero contro l'unica democrazia del Medioriente.”

Ma non le hanno fatte gli Israeliani le strade solo per gli Israeliani?
L’unica Democrazia lo Stato di Israele?
È notizia di pochi mesi fa che soldati ebrei scattano foto col cellulare alle vittime per gloriarsene in camerata.
Pubblico un pezzo dell’intervista ad Ariel S. Levi di Gualdo (ebreo) pubblicata dal giornale on line www.effedieffe.com

Ariel S. Levi:“Perché di quando in quando mi chiedo se a questi signori qualcuno ha mai spiegato che l'Italia è un Paese a maggioranza cattolica ma del tutto laico, mentre il divino Stato sionista, che certi laici anticlericali difendono anima e cuore, è un Paese in cui l'intero diritto di famiglia è gestito dal clero rabbinico.
Ai radicali, che in combutta con certi rimasugli del massonico Partito Repubblicano gridano contro il cardinal Ruini che osa richiamare i fedeli cattolici a certi valori cristiani, qualcuno dovrebbe spiegare, che in quel Paese del Medio Oriente l'istituto del matrimonio civile e del divorzio non esistono.
Il matrimonio è gestito dai rabbini e, quel che viene chiamato impropriamente divorzio, può essere realizzato solo attraverso il "ghet", vale a dire il formale atto di ripudio della moglie da parte del marito, senza il quale nessun tribunale rabbinico può sancire un divorzio.
Gli ebrei che vogliono sposarsi con dei non ebrei; per farlo sono costretti ad andare a contrarre matrimonio nell'isola di Cipro, perché nel divino Stato sionista esiste solo il matrimonio religioso.

Democratici eh?

Torniamo a Deborah Fait..


“Par di capire che questo piccolo stato, questa meraviglia, questo diamante incastonato nella sabbia che gli ebrei hanno creato con amore e la speranza di poter finalmente vivere in pace, gli dia proprio tanto fastidio.
Ma nel nostro inno nazionale sta scritto:
"Lihiot Am hofshi' be Arzeinu"
che significa
"essere Popolo libero nella NOSTRA TERRA".
Nostra perche' l'abbiamo amata e invocata mentre ci costringevano all'esilio, nostra perche' abbiamo sfidato il mondo intero per ritornarvi, nostra perche' l'abbiamo ricomprata da chi preferiva i soldi alle dune di sabbia, nostra perche' l'abbiamo coltivata con amore e disperazione rendendo ogni duna un giardino, nostra perche' l'abbiamo difesa da ogni guerra col sangue dei nostri figli.
Arzeinu, Terra nostra”


Cosa?
Nell’inno nazionale italiano sta scritto “dov’è la vittoria le porga la chioma che schiava di Roma Iddio la creò” ma non ci sogniamo nemmeno di avanzare pretese sui territori occupati da Roma 2000 anni fa!
Vorrei sapere a quale esilio si riferisce la Fait?
Terra Vostra?
Lo Stato di Israele esiste dal 14 maggio del 1948,quella terra è più Palestinese che Israeliana.
Gli Israeliani sono stati accolti lì e si sono allargati sul territorio Palestinese come fa una macchia d’olio sulla seta!

Ma smettetela una buona volta di fare le vittime…

Leonardo Zappalà

Un popolo di mantenuti

Vi invito a guardare questo video.

Vi invito a riflettere sulle parole pronunciate dal bravissimo comico nei panni di un ”onorevole” calabrese; a considerare se questo pezzo di grande comicità sia solo una invenzione o invece una denuncia di ciò che realmente succede in Italia ogni nanosecondo!
In tutti i campi dall’università ai cantieri, dalle poste agli ospedali,dalle case popolari agli uffici di collocamento,dalle banche all’anagrafe.……insomma nella vita sociale di tutta Italia questo è ciò che succede: va avanti chi ha Amicizie, chi ha la Spinta, la Pedata, l’amico o l’amico degli amici.
E il merito? La bravura? I sacrifici personali? Le privazioni dei genitori non proprio benestanti per dare ai propri figli ciò che non hanno avuto loro?
Non servono a nulla!
Sappiatevi vendere!Questo è ciò che ci dicono i politici.
Tutti, indistintamente da destra a sinistra,promettono, giurano e spergiurano di fare questo, di darci quello, di portare l’Italia qui o lì, ma ciò che vogliono è solo assicurare alle proprie enormi chiappe le morbide stoffe delle poltrone dei vari ministeri, dei vari assessorati, dei vari consigli regionali, provinciali, comunali, assicurare alla loro viziata e inetta prole le calde stanze degli appartamenti nelle zone più in delle città italiane, assicurare ai miopi occhi di mogli e amanti i costosissimi posti in prima fila nei teatri…
E una volta passate le elezioni nulla
E la colpa di tutto ciò è nostra.
Del popolo italiano. Che non cinge più la testa con l’elmo di Scipio,ma i fianchi con un’ottima marca di lingerie per attirare e sedurre al meglio i politici di turno e permettere loro di continuare a violentare non solo il corpo ma anche la mente propri e dei propri figli, per rimediare le briciole cadute dall’enorme tavola dove continuano a ingozzarsi.
Siamo un popolo di mantenuti.

Leonardo Zappalà

giovedì 13 dicembre 2007

Buoni medici

Una volta tanto non sarà un articolo di denuncia, non griderò a scandali e non alzerò la voce.
In un momento in cui fa scoop parlare di malasanità, io voglio proporre grandi esempi.
Oggi la dott.sa R. del Campus Biomedico di Roma ha compiuto un grande gesto di cui sono stato testimone.
La paziente è estremamente grave. Lei ha spiegato tutto al figlio, ha parlato con dolcezza anche alla paziente, senza tralasciare gli elementi di speranza, ed ha rimborsato di tasca sua la spesa di un farmaco che la paziente aveva comprato per la terapia di cui, purtroppo, non ha più bisogno.
La dott.sa R. ha fatto più di quello che gli chiedeva il codice di deontologia.
La paziente non sarà mai cosciente del grande gesto della dottoressa, ma con questa testimonianza voglio che per un attimo le luci della ribalta vadano sui grandi eroi che ogni giorno, in silenzio, compiono gesti ammirabili.

sabato 8 dicembre 2007

Ancora sul "controllo delle nascite" in Cina



E' tornata alla ribalta la vicenda da noi trattata il 27 aprile. Gira una mail di sensibilizzazione,a proposito.
Ma com'è prevedibile,non tutte le reazioni sono unanimi. Riusciamo a doverci relazionare anche con gente che riesce a rispondere in tal maniera:



Cari i miei signori dottori credo proprio che è ora di prendere posizione per un sano controllo delle nascite promuovendo il profilattico.


La vostra è una polemica sterile contro il mondo comunista, notoriamente mangiatori di bambini, di contro la vostra casta cosa fa? Come è attiva nel contrastare questo scandalo?


Vi ringrazio per la vostra attenzione

RR


Conservo la sigla in firma. Sia perchè non conosco l'autore personalmente che per tutelarlo da una pur meritatissima gogna mediatica alla sua idiozia.


Voglio sperare che colui che ha scritto questa mail stia scherzando.
Solo un folle può ideare un "sano controllo delle nascite".

A questo siamo arrivati. Con una società composta solo di vecchi,tasso di natalità sotto zero e la gente che incita al "sano controllo delle nascite".Chi pagherà la pensione del cialtrone di cui sopra? Il profilattico,voglio sperare per lui. Sarà lui ad accompagnare i suoi passi sciancati. Mi auguro che,quando rincoglionirà e vorrà compagnia, possa raccontargli pure lunghe storie.

Questo è il concetto di comunista moderno. Finanche io,che notoriamente sono "speculare" al tizio,faccio autocritica sul passato del mio lato politico. il comunista si diletta in voto robotico e negazione dell'evidenza.
Lui non si indigna per il sangue sull'asfalto. Si augura che venga legalizzato,che venga nascosto o tollerato. Si augura addirittura che la casta medica si muova,che agisca socialmente nel controllo delle nascite.

Non si tratta di dare e conservare salute e vita. Si tratta di tutelare i vecchi (gli devono stare simpatici,visto che il governo prodi si regge sull'incresciosa longevità dei senatori a vita) a scapito dei giovani. L'antitesi della natura. Come le unioni finocchie.


La polemica della mail è sterile,secondo il tizio. Avete così chiaro quanto abbia in considerazione il valore della vita.


Lo scandalo non è certo la natalità cinese. Lo scandalo è che esistono persone che,invece di promuovere politiche sociali,difendono l'abominio.
Perfettamente razionale,come ragionamento. il tizio vede che il regime cinese non riesce a tutelare la vita della popolazione più debole e,invece di rivedere le politiche sociali,si augura la promozione di una sorta di nascita selettiva(servono uomini in cina...uomini per il lavoro,per fare i soldati e per chissà quali altri fini che preferisco non immaginare).
Ragionamento perfettamente razionale,dunque. Come gli aztechi che,vedendo il continuo sorgere del sole,arrivarono alla conclusione altamente razionale di dover sacrificare vite umane al dio Quetzacoatl perchè il sole continuasse a sorgere.


Tutto questo mi fa pensare al concetto di "libertà di parola" e come spesso diventi "anarchia di latrato",dove tutti hanno la facoltà di abbaiare la qualunque.



Ps. concepisco il profilattico esclusivamente come difesa dalle malattie veneree. Pubblicizzarlo per controllare le nascite,soprattutto in Europa fa ridere.

lunedì 3 dicembre 2007

Sul Limbo

Benedetto XVI l'ha definito "un problema pastorale urgente" visto il crescente numero di bambini morti (uccisi dall'aborto) senza Battesimo.

Io sono solo uno studente di medicina (e quindi non certo di teologia), ma riflettevo: nel Limbo, se esistesse, si dovrebbero subire le stesse pene spirituali dell'Inferno, ma prive della sofferenza fisica. Questo perchè, come ritroviamo nel Catechismo, le sofferenze spirituali dell'Inferno derivano dalla lontananza da Dio e dall'impossibilità di raggiungerLo.

Prendendo ad esempio i bambini abortiti, è intuibile che non hanno commesso alcun peccato (se non il peccato originale), così come non hanno compiuto nessun atto di carità.
Dio, essendo infinitamente giusto non può premiarli col Paradiso perchè i bambini abortiti non hanno fatto nulla di bene; d'altro canto, essendo Dio infinitamente buono, non può condannarli a soffrire in eterno la Sua lontananza perchè non hanno fatto nulla di male.
La Grazia vince il peccato.

In ogni caso, ogni cattolico è chiamato a credere al Papa ed alla sua infallibità in materia di Fede. Benedetto XVI ha dichiarato inesistente il Limbo.
Così è.

La soluzione teologica alla questione dell'aborto potrebbe essere che i bambini abortiti vadano in Purgatorio con la possibilità di ricevere pochi suffragi. Questo non alleggerirebbe l'enorme responsabilità spirituale di un peccato così grave ai genitori ed ai medici abortisti, ma darebbe la possibilità ai bambini di raggiungere il Paradiso e di godere delle presenza di Dio.
Ma queste sono solo mie teorie, sarei curioso di leggere il parere di qualche sacerdote o studente di teologia.
Nulla nel frattempo ci vieta di pregare per le anime di quei bambini: che possano presto raggiungere la Gloria di Dio.

domenica 2 dicembre 2007

Jesse Owens:un mito antirazzista



Jesse Owen fu uno degli sportivi più importanti della storia. Riuscì a stabilire l'insuperato record di conquistare ben 4 medaglie d'oro in una sola olimpiade(come lui solo Karl Lewis nel 1984). Ma la cosa interessante è che le sue 4 medaglie d'oro arrivarono alle olimpiadi di Berlino del 1936. Di fronte ad Adolf Hitler che con le stesse voleva dimostrare la presunta superiorità razziale germanica.
E invece vinse Owens,e la stampa ricamò una storiella secondo la quale Hitler se ne andò dallo stadio per non premiarlo. Facciamo parlare direttamente Owens,citiamo le sue stesse parole: " Quel giorno, dopo essere salito sul podio del vincitore, passai davanti alla tribuna d'onore per rientrare negli spogliatoi. Il cancelliere tedesco mi guardò, si alzò in piedi e mi salutò con un cenno della mano. E io feci altrettanto.
Penso che gli scrittori mostrarono del cattivo gusto nel criticare l'uomo del momento in Germania."

(Jesse Owens, The Jesse Owens Story, 1970.)


Paradossalmente fu Roosevelt,impegnato nelle elezioni e ben lontano dal volersi inimicare gli stati del sud,a non volerlo incontrare. Curioso,no?

Nello stesso libro sopra citato Owens si lamentava del fatto che sotto il terzo Reich gli era concesso di vivere in un albergo a 5 stelle,servito e riverito.
In america,fino agli anni "60(tardino,in effetti...) non gli era concesso di salire sui mezzi pubblici nè di prendere l'ascensore.


Curioso...