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domenica 16 settembre 2007

I bambini sognano i palloncini

Ancora su Israele

Tra il ricco e il povero, tra l'oppressore e l'oppresso, tra il predatore e la preda un muro. Questo è lo spettacolo che si para davanti al turista. Arrivavo dal lato israeliano. Al posto di blocco vedo un cartello "Peace be with you". E la mente non poteva che andare ad Auschwitz. "Il lavoro rende liberi" scrivevano i nazisti all'ingresso del lager dove gli ebrei avrebbero perso la vita. E lo scrivevano per umiliarli con una presa in giro, quasi accompagnata da un sorriso beffardo. Il popolo dalla dura cervice non ha capito nulla. E adesso scrive "la pace sia con te" sul simbolo stesso dell'odio.
Basta attraversare il muro per vedere il lato palestinese. Un enorme murale colpisce lo sguardo del turista: il leone simbolo della tribù di Giuda sbrana senza pietà una colomba con la keffiah. Lentamente raggiungo il Bethlehem Grand Hotel. Non lasciatevi ingannare dal nome: un letto dentro una stanza spaziosa e una piccola sala da pranzo dove servivano una modesta cena.
Camminare per le vie di Betlemme apre gli occhi su un mondo mai visto. La polizia palestinese subisce l'umiliazione di dover camminare disarmata e nelle stazioni (dei piccoli garage) si erge la stampa di Arafat accanto a quella bandiera che USrAele vorrebbe far sparire. Vecchie signore col velo in testa vendono i frutti della loro terra dentro una piccola scatola da scarpe. Anche quando dovessero vendere tutto la merce trovo estremamente difficile che ricavino di che sostentarsi. Bambini chiedono insistentemente l'elemosina e sulle porte delle case si notano foto di bimbi morti per la liberazione della Palestina.
Dall'odio nasce odio. Sangue chiama sangue.
Niente ospedali. Gli uomini spesso vengono bloccati alla frontiera e non possono andare a lavorare.
Quella terra che conoscevi come tua, tua non lo è più. E muori di fame perchè non puoi andare a lavorare mentre, al di là del muro, vi è la ricchezza.
Quando torni a Gerusalemme bisogna passare controlli capillari. Ragazzi poco più che diciottenni salgono con sguardo da macho sul pullman, fucile mitragliatore in mano, a chiedere il passaporto a tutti. Noi siamo italiani e passiamo. Per i palestinesi non è così facile.
Un muro tra aiuto e abbandono, tra fucile e bersaglio, tra vita e morte.
Il muro della vergogna.
E i bambini sognano i palloncini per volare via da quell'inferno...

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