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martedì 18 marzo 2008

Tibet libero!


Tempo fa discutevo con un idiota che aveva l'ardire di negare le centinaia di milioni di morti di cui il comunismo deve rispondere alla Storia. Bisogna proprio essere idioti per far affermazioni del genere.
Il comunismo non ha mai smesso di mietere vittime. L'ultima è il Tibet.
Da tempo la Cina ringhia sbavante contro il Tibet. Ne vuole l'annessione. La scusa ufficiale sa di ridicolo: rivendicano la proprietà del Tibet in quanto, dopo l'invasione e l'unificazione di Tibet e Cina ad opera dei mongoli (1279), i cinesi si ribellarono e cacciarono via gli invasori nel 1368 dando vita alla dinastia Ming che regnò per 300 anni circa.
I cinesi non ricordano però che nel 1358 (dieci anni prima) erano stati i tibetani, al comando di Phagma Drupa a cacciare dal Tibet i regimi Sakya.
La verità è che la Cina comunista non può tollerare la presenza nel suo cuore di uno stato indipendente dal regime, mantenente una sua autonomia politica e religiosa.
Ecco quindi partita la stategia d'azione: debellare il Tibet.
Si arriva a dire che il Dalai Lama stia fomentando un gruppo di ribelli tibetani. Ormai non si sa più cosa inventare.
Così è stato oscurato internet, tolta l'energia elettrica, istituito il coprifuoco e la Repubblica Popolare ha schiantato il suo maglio contro Lhasa.
La furia comunista non mostra pietà. Centinaia di ragazzi e monaci sono caduti sotto i colpi dei soldati che sparano a vista e senza alcun motivo.
Da occidente il silenzio.
Un silenzio colpevole. Si teme di incrinare i rapporti con la Cina che, essendo diventata una potenza economica e militare, comincia a suscitare i pavidi timori di questo occidente smidollato. E quindi il Dalai Lama diventa un personaggio scomodo. Nessun paese lo ha ospitato. Solo Grillo e Letizia Moratti sono andati a stringergli la mano.
Nessuna carica dello stato, nessun politico.
A malincuore sono costretto a criticare anche il Papa. Neanche lui ha voluto accogliere il Dalai Lama. Il rischio era di incrinare i rapporti con la Chiesa cinese.
Quale Chiesa cinese? Gli unici sacerdoti obbedienti alla Chiesa di Roma sono tutti nei Lao-gai, i campi di concentramento e lavoro forzato cinesi. Gli altri sono servi del governo: da loro non si possono sentire parole di condanna contro il regime. Il governo cinese cerca di tenere buono il popolo. La spiritualità è una componente propria dell'essere umano. Non si può negare per sempre impunemente ad un popolo la sua naturale propensione al trascendente. Allora il governo ha piazzato uomini di fiducia anche dentro le chiese. Uno stile orwelliano.

Adesso si avvicinano le Olimpiadi. Una grande festa di sport, ma accompagnata da un ingentissimo business economico.

BISOGNA BOICOTTARLE! Ogni moneta va ad arricchire un regime che va fermato!

Che i nostri atleti non vadano a giocare in uno stato che vuole cancellare il Tibet sterminando i tibetani.
Uno stato che obbliga all'aborto. (1)
Uno stato maschilista, dove la donna è meno di un oggetto.
Uno stato senza libertà di parola o di stampa.
Uno stato che mantiene campi di concentramento dove gli internati sono costretti a lavorare senza essere retribuiti. Questo consente alla regime comunista di esportare materiale a prezzi concorrenziali.
La condanna deve essere ferma e forte. E che la gridino tutti: capi di stato e autorità religiose!


Chiedo
1. che vengano boicottate le olimpiadi di Pechino
2. che vengano ritirati gli ambasciatori italiani in Cina
3. che arrivino condanne e sanzioni severe da parte delle nazioni unite
4. che, se necessario, si costituisca un esercito che prenda le difese del popolo tibetano.
Perchè esistono guerre giuste. Difendere il debole, ultima ratio anche con l'uso delle armi, è un dovere che non può lasciare indifferenti.

Tornerà a garrire la bandiera di Thubten Gyatso, per un Tibet LIBERO!

(1) Per chi volesse approfondire: cercate nel motore di ricerca interno "miserere nobis"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

negare le milioni dei vari regimi è irreale e forse si,stupido.Sarebbe forse più opportuno ragionare a mente serena ed aperta sulla reale identità comunista di tali regimi.personalmente non mi sento di definire comunista un regime come quello stalinista(basato sul culto della personalità del singolo)o ancora quello cinese(che mi pari sfrutti nel modo migliore il capitalismo).La questione tibet è solo l'ennesima vergogna,uno dei tanti genocidi volontariamente ignorati(penso anche al genocidio armeno...e a tanti altri)e da libero cittadino gradirei una posizione ufficiale dello Stato e del Governo che (+ o -) mi rappresentano,per affermare il diritto sacrosanto all'autodeterminazione dei popoli...Free tibet

Anonimo ha detto...

sono daccordo con domenico e gianluca.hanno spiegato perfettamente il problema.

fre tibet