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sabato 12 gennaio 2008

A Napoli no e in Kenia si?Andiamo bene...


Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio, in questi giorni nell’occhio del ciclone per la gestione dissennata dei rifiuti campani, a giustificazione del suo comportamento ha sostenuto che non si possono addossare a lui colpe, in quanto responsabile dell’Ambiente da appena un anno e mezzo. Se in 18 mesi non è riuscito ad aprire discariche nel napoletano, ha però stanziato la somma di 721.000 euro per la bonifica di una discarica in Kenia, vicino a Nairobi…in Italia riusciamo anche in questo con la Sinistra al Governo, lasciamo marcire tonnellate di rifiuti nelle strade della regione campana, ma ci interessiamo delle discariche in Africa e le finanziamo. La denuncia circostanziata arriva da “Nigrizia”, rivista mensile dei padri comboniani che in Kenia hanno varie missioni e la vicenda è attualmente all’esame del procuratore aggiunto Maria Cordova della procura di Roma che indaga su presunte tangenti legate a un progetto autorizzato dal ministero dell’Ambiente italiano.
Dandora, vicino a Nairobi, è una località dove c’è un’enorme discarica che avvelena 700.000 persone che vivono nella baraccopoli di Korogocho.Viene deciso di condurre uno studio di fattibilità per chiudere la discarica e spostarla. La bozza con la proposta del governo kenyota ad aprile 2006 viene inviata al governo italiano che la approva già a maggio: lo studio di fattibilità viene assegnato alla ditta Eurafrica Management and Consulting, il Ministero dell’Ambiente mette a disposizione la cifra di 721.000 euro, un’enormità per un semplice studio tecnico. Il 16 novembre è Pecoraro Scanio in persona a impegnarsi indicando l’intervento “una priorità per il governo italiano”, ad agosto 2007 il direttore generale del Ministero, Corrado Clini, vola a Nairobi, per definire l’accordo con le autorità del Kenia. Ma emerge la denuncia dei frati comboniani: il progetto di fattibilità della Eurafrica è identico a quello presentato tre anni prima da un’altra ditta, la Jacorossi; perchè il Ministero dell’Ambiente era pronto allora a pagare 721.000 euro per un progetto che era già pronto? Vediamo che ditta è Eurafrica… ha due sedi, una a Napoli e una a Roma. Amministratore unico è Tiziana Perroni, socio il marito, Bruno Calzia, consigliere economico del ministro delle poitiche agricole, Paolo de Castro, capitale sociale appena 10.000 euro, un solo dipendente. In realtà l’affare bonifica, denunciano i frati, una volta stabilito il progetto, avrebbe compreso una cifra di ben 30 milioni di euro per la gestione completa della discarica. I frati ricevono pressioni dal Ministero, protestano ugualmente perchè ” non è vero, come sostengono al Ministero italiano, che la ditta Eurafrica è stata scelta dai kenioti, al contrario, in Kenia nessuno conosce tale ditta, neanche all’Ambasciata italiana “. Vanno più a fondo e i frati scoprono che tra i rappresentanti kenioti della ditta ci sarebbe un noto personaggio legato al traffico di armi”… A questo punto interviene la Procura di Roma e blocca i fondi del Ministero…
Altro “piccolo” episodio legato all’emergenza rifiuti a Napoli, le pressioni che Pecoraro Scanio fece all’ex commissario Guido Bertolaso affinchè insediasse tale Claudio De Biasio sulla poltrona di subcommissario all’emergenza rifiuti: il 3 aprile scorso De Biasio è stato arrestato nella inchiesta sulle infiltrazioni camorristiche nella società Eco-4, specializzata nella raccolta dei rifiuti nel casertano con l’accusa di truffa aggravata. Si scopre che al momento della segnalazione da parte del Ministro aveva già un altro procedimento penale sempre per reati analoghi…
E poi qualcuno va in TV e dice che è appena da un anno e mezzo ministro e non ha responsabilità…e mentre a Napoli scoppiava la rivolta lui ha continuato le sue ferie a Praga…Verdi? No…rossi di vergogna…


da www.destradipopolo.net

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