domenica 6 gennaio 2008
Sulla globalizzazione
Viviamo nell’era della globalizzazione e del consumismo.
Non lo dico io, ma è noto a tutti che le grandi multinazionali e le grandi banche di investimento hanno lottato e vinto una guerra iniziata almeno un secolo fa col fine preciso di imporre al mondo intero un’egemonia di mercato con lo solo scopo di arrichirsi sempre di più e di poter spostare le proprie industrie in quei luoghi del terzo mondo dove abbonda la mano d’opera a prezzi bassissimi,coprendo i propri interessi economici con la maschera ormai consumata e lacera dell’amore per il prossimo sofferente.
Più che inutile è impossibile citare i nomi delle migliaia di campagne di solidarietà e sostegno al terzo mondo che ogni singola multinazionale ha avviato con lo scopo di ricevere fondi e esportare i propri prodotti in tutto il mondo.
Tutti conoscono poi l’accozzaglia di maiali che si cela dietro il nome di “no-global”.
Ovviamente mi riferisco a tutti quei gruppi anarchici e comunisti che hanno distrutto Genova e varie metropoli del mondo con la loro “lotta ai Mc Donald”.
Alcuni di loro però,come molti sanno,hanno alle spalle paparini mammine e zietti molto addentro ai consigli di amministrazione se non addirittura proprietari delle multinazionali che combattono.
Un po’ come il nostro presidente della Camera (comunista a modo suo)che con una mano fa il pugno chiuso,con la bocca minaccia il governo di cui fa parte perché troppo poco attento ai pensionati e ai lavoratori proletari ma che con l’altra tiene stretta la spalliera della poltrona tanto comoda e bella di Presidente.
Ci saranno tra questi certamente coloro che in buona fede combattono il sistema,ma ho sempre pensato alla favola del corvo che si voleva trasformare in pavone quando sento di questi individui.
Attenzione però,non voglio che si pensi che io sia a favore della globalizzazione, al contrario.
Io mi sento no-global.
Ma non sono di quelli che rompono la vetrina del Mc Donald o che non bevono la coca cola e che in questo maniera si sentono di aver recato danni alla globalizzazione.
Anzi mi sentirei davvero stupido nel credere di fermare una multinazionale o almeno di danneggiarla distruggendo una vetrina di una delle milioni di filiali che ha nel mondo.
Vi faccio un esempio,è come se uno si trovasse sull’Everest e pensasse di frantumarlo mettendo una bomba carta sulla cima. E’ da idioti.
Uno che veramente voglia combattere la globalizzazione nel proprio piccolo dovrebbe vivere nella modestia e nella sobrietà.
Riporto le parole del Papa Benedetto XVI che proprio oggi ha detto:"non si può dire che la globalizzazione è sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro". "Moderazione" e "vita sobria" non sono solo "una regola ascetica" ma anche "una via di salvezza per l'umanità": "é ormai evidente- che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un'equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile". "Per questo c'é bisogno di uomini che nutrano una grande speranza e possiedano perciò molto coraggio". "C'é bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti".
E soprattutto preferire alle importazioni straniere i prodotti Italiani. Ma questo è un altro discorso.
Leonardo Zappalà
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