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martedì 29 maggio 2007

Considerazioni sul gay pride

Questa è una delle immagini pubblicabili in un blog alla portata di tutti. Ma il gay pride è costellato di eccessi. Sembra infatti incredibile ai più, eppure ci sono immagini ancora più spinte di questa. Alcune blasfeme. Altre francamente pornografiche. Ma attenzione: guai a vietare il gay pride! Se lo fai sei un omofobico. "Omofobico" è il termine che sta ad indicare uno che "ha paura degli omosessuali". Il termine fu coniato dalla solita lobby omosessuale che ha cercato (e con successo) di far credere a tutta la popolazione che l'omosessualità sia uno stato normale. E chi dice il contrario non è degno di essere ascoltato.
La lobby omosessuale ci riuscì nel 1976 quando organizzò un congresso di psicologi e psichiatri USA vicini all'ambiente degli invertiti e, per alzata di mano (senza mostrare numeri ed evidenze scientifiche, quindi non è stato seguito un metodo scientifico), con una differenza di 1999 voti su circa 10000 partecipanti, si arrivò alla conclusione che l'omosessualità non è una malattia.
Ovviamente questa decisione fu reputata assurda da ogni organizzazione medica, ma la pressione della lobby omosessuale fu incredibile.
Così il 1 gennaio 1993 l'OMS definì l'omosessualità una "variante fisiologica del comportamento umano". Come dire: a me piacciono le lasagne, e a Filippo piace Giuseppe.
Senza scendere troppo nello specifico: (1) vi sono comprovati fattori patologici genetici e ambientali, (2) la condizione è fattore di rischio per numerosissime malattie, (3) la condizione è spesso associata a patologie psichiatriche di varia natura, (4) vi è un'innaturale promiscuità dei rapporti sessuali (i numeri sono impressionanti), (5) la coppia omosessuale dura in media pochissimo (se non in regime di coppia aperta), (6) il rapporto è sterile, ma tutto ciò è considerato fisiologico
La cosa è assurda.
Tanto che i medici continuano a curare la malattia seguendo i dati e le evidenze mostrate dal prof Joseph Nicolosi, presidente del NARTH (National Association for Research and Therapy of Homosexuality www.narth.com ).
Il gay pride diventa uno dei tanti mezzi per cercare di inculcare nella mente della gente come l'omosessualità sia solo una variante del comportamento umano.
E quindi per le strade della città devono esserci spettacoli osceni senza che si possa aprire bocca.
Purtroppo la pubblicità dei media si fa largo tra le coscienze. I radicali (che in Italia, pur non essendo votati, hanno una radio su cui pagano tasse tutti, anche cattolici, suore e sordi), gli atei e gli omosessuali fanno una campagna indefessa. La generazione di Dawson's Creek è stata convinta sostenendo motivazioni tra il fragile e l'infondato passando per lo stupido e il politically correct.
Quello che penso è che LE PERVERSIONI VANNO CURATE, NON MANIFESTATE!
In Olanda questi due gentiluomini che in foto possono adottare dei figli. Non mi resta che aver pena per il povero bambino. Ma esorto tutti ad riaccendere il cervello, a non farsi plagiare, a non ridursi come automi comandati da Mtv.
La battaglia continua.
Se il mondo va contro di noi... peggio per lui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ma vabbe` oramai, nn sapendo piu` cosa scrivere.......avevate forse finito gli argomenti.
Siamo alla frutta, comprensibile nell`italia dove tutte le stronzate possono essere dette e dove tutti siamo DOTTORI.
Malattia ma stiamo scherzando.
Alcuni di loro magari (senza che nemmeno si sappia che sono gay) sono meglio di voi, o ricoprono ruoli nella societa` piu` importanti del vostro, che da un blog nn fate altro che inculcare, a parte qualcosa, una marea di menzogne.
MA VALA` SIATE SERI.

MARCO

Domenico & Gianluca ha detto...

Se Dio vuole,medici lo saremo a breve termine.
Lei invece che non si qualifica cos'è?
Non metto assolutamente in dubbio che molti possano essere migliore di noi,altri forse peggio di noi.
E allora?
Mi dica dove sono le menzogne,se ne discuterà. Le sue sono invettive perbeniste auspicabili in individui mediocri dalla medio-bassa cultura che non hanno altro da dire che quello che viene loro inculcato dai media.

Le assicuro che qui tutto manca tranne che gli argomenti. Al limite,manca il tempo per trattarli.

Il suo post chiude il dibattito tacciando tutto per falsità. Si documenti pure a proposito delle fonti.
Il punto è:lei è capace di sostenere un confronto con noi? Ne ha le conoscenze adeguate?
O è meglio che legga ed apprenda?

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Domenico & Gianluca ha detto...

Caro Marco

I commenti troppo stupidi vengono cancellati per cercare di mantenere alto il livello del blog.

Anonimo ha detto...

Che bella ventata di retorica nazifascista DA SUPERUOMO NORMOGENETICO NORMODOTATO NORMO...!
La norma, nel senso di standard da rispettare, è una fissa di UNA PARTE DELLA CLASSE MEDICA (non tutta ovviamente!) specie quando subordinata ai finanziamenti delle lobby cattoliche.
E' una forma di eugenetica delle coscienze, che qualcuno di questi signori, aspira segretamente a trasformare in eugenetica reale.

Tutto ciò che devia dalla NORMA MEDICA è da curare.
Questo è il motto di chi non vuole semplicemente approfondire l'orizzonte del sapere umano (SCIENZA), ma di chi vuole trasformare ciò che ancora non è ancora conosciuto e definito, in ciò che si vuole che sia (per giunta senza prove).

Dire: L'OMOSESSUALITA' E' UNA PATOLOGIA che va curata (o addirittura una PERVERSIONE) è una cosa che deve essere PROVATA dalla comunità scientifica.
Non è in partenza una malattia di cui quindi si deve dimostrare che non lo sia. Casomai contrario.

Non basta trovare correlazioni, proiezioni statistiche tra vari fattori, ricorrenze...per dire che un qualcosa è SINTOMO di una PATOLOGIA, solo perchè nella maggior parte del resto della popolazione non viene riscontrato.

1) quali sono questi comprovati fattori patologici e genetici?
E anche se i gay fossero realmente accumunati da una ricorrenza genetica, chi stabilisce che ciò provoca malessere, disturbi in queste persone? Che è un MALE per queste persone?

E non si venga a dire che tale fattore genetico comporterebbe un malessere psicologico dovuto alla mancanza di accettazione da parte della società, perchè questa non mi sembra una cosa scientifica.

UNA MALATTIA E' TALE SE AFFLIGGE E DEGRADA LA CONDIZIONE DI UN INDIVIDUO, NON SE HA DEI RIFLESSI NEGATIVI NELL'ESISTENZA E INTEGRAZIONE NELLA SOCIETA' DI TALE INDIVIDUO.

Casomai l'integrazione degli omosessuali è un problema sociale:
evidentemente la natura esibizionistica di molti omosessuali, che viola il senso del pudore di altri, è un richiamo all'essere accettati dal resto della società senza però perdere le caratteristiche della propria individualità.

Ma si potrebbe obiettare che è un problema sociale anche quello di individui etero, che nel tentativo di essere accettati anche loro dagli altri, assumono l'atteggiamento opposto a quello degli omosessuali: cioè conformarsi in modo estremo al senso del pudore comune, reprimendo fortemente la propria sessualità come qualcosa di sbagliato, da nascondere.
Anche questa è una malattia? A me sembra di no.

Eppure anche in questo caso, se si analizzano le statistiche, molte persone che reprimono la sessualità, poi la sfogano in perversioni verso altri: pedofilia, violenze sessuali etc.
Ma poichè nessuno dice che chi reprime la propria sessualità è malato, perchè dire che chi la mostra apertamente lo è?

Mi si risponderà: E MA C'E' IL SENSO DEL PUDORE...

Ma il senso del pudore non è uno stadard di legge, ne tantomeno medico.
Quando qualcosa, che ovviamente non violi altre leggi, supera il "comune" (aggettivo dai confini molto labili, che non QUANTIFICA) senso del pudore, il gruppo di persone che lo supera dovrà preoccuparsi di avvisare gli altri di tale superamento, per permettergli, per così dire, di distogliere lo sguardo.

Come si fa nelle spiagge dei nudisti. Si mette un bel cartello che avvisa chi vuole entrare, che il suo senso del pudore potrà essere violato.

2)la condizione è fattore di rischio per numerosissime malattie:

anche vivere in africa è fattore di rischio per numerosissime malattie; ma nessun medico dice che vivere in africa è una malattia.

Casomai è un cattivo stile di vita, così come lo è strafogarsi di grassi o fumare tante sigarette. Solo che però il rimedio c'è già: preservativo.
Ah già scusate! Voi non credete nel preservativo.

3) la condizione è spesso associata a patologie psichiatriche di varia natura:

Non in misura maggiore e in qualità peggiore della popolazione etero.

(4) vi è un'innaturale promiscuità dei rapporti sessuali (i numeri sono impressionanti):

La promiscuità non ha limite nella popolazione umana sia etero che non. E' che forse nessuno ne parla quanto i gay.

(5) la coppia omosessuale dura in media pochissimo (se non in regime di coppia aperta).
Proprio il vuoto normativo in materia (quello che si vuole impedire di colmare) non agevola la costruzione di rapporti duraturi.
Eppure non mi sembra che ai MATRIMONI vada tanto meglio.

(6) il rapporto è sterile, ma tutto ciò è considerato fisiologico:

VERA OSSESSIONE DA CONTINUITA' DELLA SPECIE UMANA.
PAURA DI ESTINGUERCI?
METTIAMO A LAVORO "AD AIUTARCI" ANCHE I TANTI "PRETUCCI REPRESSI", che di "rapporti sterili" son tanto ferrati.

Emiliano

PS: non sono gay.
Se no poi dite che faccio parte di una LOBBISSSSS.

Domenico & Gianluca ha detto...

Ovviamente basta scrivere cose che non condividete e subito si diventa guardiani di Auschwitz.

Mostrarvi i dati è poco utile perchè non credete all'Evidence Based Medicine quando vi va contro... io ci provo lo stesso.

Sulla durata dei rapporti:
Studio McWirther-Mattison (Xirindou, 2003), sono 2 ricercatori OMOSESSUALI, quindi imparziali. Su 156 coppie omosessuali solo 7 hanno avuto coppia esclusiva e NESSUNA è durata più di 5 anni. In media ogni omosessuale ha avuto 8 partner fuori dal rapporto principale.

Sulla promiscuità:
Studio Goode-Troiden, 1980. Su 150 omosessuali di 30 anni il 65% aveva avuto più di 100 diversi partner sessuali.

Sulle peggior condizioni di salute:
Studio Rothblum 1990, p.76 (le malattie non sono solo AIDS e sifilide, sono moltissime).

Sui problemi psicologici:
Studi condotti in Olanda dove godono della massima libertà e nessuna discriminazione. Studio Welch, 2000, pp 256-263. Studio Sandfort, 2001, pag 85-91 (campione 7076 soggetti). Maggior incidenza di VIOLENZA e SUICIDI, studio Cameron, 1996, pag 383-404.

Sui drammi psicologici dei bambini adottati da coppie omosessuali:
studio Lacroix p.56, studio Lobbia-Trasforini, p. 89.

Sull'influenza dei fattori genetici e ormonali:
Pozzilli(recente honoris causa,premio Paulescu) e coll, Keller-Persico

Invito inoltre alla lettura del sito www.narth.com, ci sono un bel pò di studi anche lì.
La "T" sta per "Therapy". Se ci sono omosessuali che si fanno curare evidentemente non tutti stanno poi così bene, non trovi?

Ecco mostrati i numeri. Numeri reali, approvati dall'Evidence Based Medicine.
Permettimi di dissentire quando dici che non bastano i numeri e le evidenze per dire che un fenomeno è patologico. Vorrei tanto sapere allora come intendete fare scienza.

Apprezzo te, Emiliano, perchè scrivi sì in modo pungente, ma senza volgarità ed ammetto che è molto più stimolante dibattere con te piuttosto che leggere insulti di un idiota.
Puoi credere o non credere a quello che dicono gli studi.
Ma io tra poco sarò medico e sono tenuto ad agire in scienza e coscienza, non posso quindi permettermi il lusso di farmi dire da Pannella quello che devo pensare.
A me non entra una lira in tasca.
Gli organizzatori del gay pride possono dire lo stesso?
Questo è per la scienza.

Poi mi preme commentare una tua affermazione

"UNA MALATTIA E' TALE SE AFFLIGGE E DEGRADA LA CONDIZIONE DI UN INDIVIDUO, NON SE HA DEI RIFLESSI NEGATIVI NELL'ESISTENZA E INTEGRAZIONE NELLA SOCIETA' DI TALE INDIVIDUO."

Sbagliato,il concetto di salute è STATO DI BENESSERE FISICO,PSICHICO E SOCIALE.
Definizione approvata da ONU e OMS.
Credo che gli studi precedentemente mostrati siano sufficienti a dimostrare che quindi che siamo quantomeno di fronte ad una condizione parafisiologica.
Ed esistono dei protocolli clinici per curarla.
Il dott. Stenton Jones se ne occuperà presto in un convegno internazionale a Dallas.

Anonimo ha detto...

Sul fatto che:

"Se ci sono omosessuali che si fanno curare evidentemente non tutti stanno poi così bene, non trovi?"

Per me stanno male quegli individui in particolare, punto.
Che poi qualcuno li convinca che la radice dei loro mali è il fatto di considerarsi o essere considerati omosessuali, mi spiace per loro perchè sottovaluteranno probabilmente aspetti della loro sfera psicologica ben più profondi.

Spero di trovare sia gli studi ma anche il tempo per poterli leggere un pò.
Da quanto ho capito sono studi di tipo statistico (come la maggior parte degli studi medici del resto).
Io penso però che quando si parla di studi statistici, se c'è una correlazione tra un fatto di cui si indaga e il campione, questo risultato non può essere portato come UNICA prova della veridicità dell'asserzione.
DOVRA' SEMPRE ESSERE SCOPERTO IL MECCANISMO CAUSA-EFFETTO PER CUI DI UNA PATOLOGIA, SE NE MANIFESTA IL SINTOMO.
Sia chiaro che non voglio passare per un tuttologo che si infila in campi che non sono i suoi (anche se la statistica lo studiata anche io)
ma so anche che dal solo quadro statistico su un fatto (quindi dai semplici numeri empirici) non si può stabilire una verità scientifica.
A volte se si è fortunati si estrapolano dei modelli matematici, che si avvicinano alla realtà.
Ma in genere per la verità scientifica è necessaria quella che dalle mie parti si chiama la "mirudda" (il cerbello, la materia grigia). L'unico organo in grado di interpretare relazioni causa-effetto.

Faccio un'esempio: riporto il vostro dato "Maggior incidenza di VIOLENZA e SUICIDI".
OK: è stata trovata una correlazione tra il fatto di essere omosessuali e il suicidio.
Ma chi può dire se l'essere omosessuali è una causa di suicidio. Non c'è un rapporto causa effetto dimostrato, c'è solo una rilevazione statistica.
Chi mi dice che la causa non sia la fascia di età, la condizione economica, la condizione sociale, circostanze ambientali, etc etc

E poi chi può dire che il suicidio è solo una conseguenza della propria omosessualità.
Se un soggetto omosessuale che sia debole di carattere subisce forti pressioni psicologiche dal resto della società (mancanza di integrazione, esclusione, violenze di gruppo, insulti etc), se si suicida come si può dire che la causa era il fatto di essere malato di omosessualità e non invece aprire gli occhi sul fatto che la gente ha ancora nel 2007 pregiudizi allucinanti.
(IL RIFERIMENTO A QUANTO ACCADUTO RECENTEMENTE AD UN RAGAZZINO DI 14 ANNI CHE SI E' SUICIDATO PER GLI INSULTI DEI COMPAGNI, NON E' AFFATTO CASUALE).

E' vero: SALUTE E' ANCHE BENESSERE SOCIALE, quindi ciò presuppone che che la società faccia lo sforzo di integrare qualsiasi individuo per farlo stare in salute.
Quello che voglio dire è che non può essere l'individuo solamente, che si deve integrare ma deve essere la società ad aprirsi a lui, senza però cambiare la sua individualità. Senno è un regime.

E se una parte di questa società non vuole concedere nemmeno questo, che almeno non attacchi le libere aggregazioni di soggetti che per una volta all'anno si sentono integrati tra di loro.
Forse solo in quel giorno queste persone si sentono davvero in SALUTE. E se lo dicono i pazienti stessi, perchè dir loro che si sbagliano?
Per vendergli pscicofarmaci?

Emiliano

PS. ringrazio per l'attestato di stima e per lo spazio concessomi

Domenico & Gianluca ha detto...

Capisco quello che vuoi dire. In questi articoli sono mostrati i dati statistici. Non ho mostrato le relazioni causa-effetto anche perchè ancora non sono state ancora scoperte, anche se ultimamente ho sentito teorie interessanti.

La più accreditata è quella che vede un'alterazione ormonale (probabilmente su base genetica). Ma comunque è multifattoriale. L'ambiente ha una grande importanza.

Capisco perfettamente quello che vuoi dire con le pressioni sociali.
Per questo lo studio è stato fatto in Olanda dove non ci sono assolutamente discriminazioni ai gay. Il campione è stato ben scelto ed è pure numeroso. Lo credo molto rappresentativo.

In ogni caso è ovvio che reputo vergognoso quello che è successo a quel ragazzino di 14 anni (istigazione al suicidio è un reato gravissimo; si dovrebbero prendere dei provvedimenti).
Mi indigna il razzismo nei confronti degli omosessuali nello stesso modo in cui mi indignano tutte le forme di razzismo e discriminazione.