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giovedì 24 maggio 2007

Lo scandalo dei preti pedofili

Ricevo in questi giorni una quantità di lettere relative all'intervista del sacerdote irlandese alla BBC.
Alcune sono lettere per me particolarmente offensive: quando mai ho taciuto e coperto le magagne della Chiesa gerarchica e clericale?
Quando mai ho fatto finta di non vedere le sue falle?
Io sono stato licenziato da Avvenire proprio per aver detto alcune scomode verità.
E c'è chi mi accusa di «coprire»…
Ma ancor peggio, annuso in questi lettori moralisticamente scandalizzati la voglia di rivincita: dopo la manifestazione delle famiglie che ha di fatto liquidato le nozze gay, hanno voglia di colpire, di infangare, di vendicarsi con un bello «scandalo» della Chiesa.
Ed è proprio questo lo scopo della campagna, partita dalla BBC ma ben bene agitata in Italia: una campagna di screditamento, volta precipuamente contro Ratzinger.
Infatti la BBC dice, mentendo, che il documento segreto che «copre i delitti sessuali dei preti» è stato firmato da Ratzinger in quanto capo del Sant'Uffizio.
E' una menzogna.
Il documento è del 1962, quando al Sant'Uffizio non c'era Ratzinger, ma il cardinale Ottaviani.
E fu approvato da Giovanni XIII, il «Papa buono» della propaganda anticlericale di vario stampo (Pio XII era il «Papa cattivo»).
Il documento è stato in vigore fino al 2001, quando proprio Ratzinger lo ha sostituito.
E' la prima menzogna di un insieme di inesattezze non casuali, ma ispirate da uno spirito malvagio e falso.
Come la «segretezza» del documento.
La segretezza - o meglio riservatezza - è una costante dei processi canonici: evidentemente ci scandalizziamo perché noi siamo troppo abituati a giudici laici che spifferano ai giornali notizie riservate d'indagini non concluse, che distruggono reputazioni di innocenti prima che siano giudicati.
Ma i tribunali ecclesiastici non spifferano, e ciò è giusto.
La Chiesa ha a cuore, in faccende di così tragica delicatezza come il «crimen sollicitationis» (delitto di provocazione a cose turpi) la reputazione di tutte le parti, vittime dei presunti abusi, oppure gli imputati, che possono essere accusati falsamente.
Che la segretezza non sia imposta per insabbiare scandali, lo dimostra il paragrafo 15 del documento: che obbliga chi venga a conoscenza di abusi sessuali commessi con il pretesto e durante la confessione, a denunciarli.
E' un obbligo grave, per la violazione del quale viene ingiunta la scomunica.
Inoltre la segretezza riguarda il procedimento di diritto canonico, ma non vieta al vescovo, se lo ritenga, di riferire all'autorità giudiziaria laica.



Il documentario della BBC è del settembre 2006.
Arriva in Italia un anno dopo, con doppiaggio nella nostra lingua eseguito dalla redazione di «Bispensiero», un sito internet di ispirazione radicale.
Naturalmente Santoro e Mentana se lo strappano di mano, vogliosi di mostrare gli «scandali» di una Chiesa che ha condannato i matrimoni tra omosessuali.
E' evidente il movente.
Sono evidenti i mandanti.
Ed è insopportabile la domanda melliflua: «Cristo, se fosse fra noi, approverebbe o condannerebbe il 'crimen sollicitationis'?».
Evidentemente l'ipocrita scandalizzato frequenta poco il Vangelo.
Cristo ha parlato: meglio per chi fa certe cose contro questi piccoli, che si metta al collo una macina da mulino… il che non significa che ingiunga di affidarlo a un Caselli o a quel giudice che nutre i giornalisti con le storiacce sulle veline, o a qualunque procuratore abituato a violare il segreto istruttorio.
La dannazione eterna, dalle nostre parti di cristiani, basta e avanza.
Scandalizzatevi, moralisti sporaccioni.
Ridacchiate del nostro dolore e della nostra umiliazione; perché questa umiliazione è «nostra» anche se non siamo pedofili, perché anche noi cadiamo continuamente.
Perché proprio chi prende strade difficili può cadere, ciò che a voi non accade mai.
Voi della strada larga, che porta alla perdizione.
Un credente non si scandalizza.
Non può, perché può dire di sé quello che disse Amleto: «Io sono un uomo mediamente onesto, eppure potrei accusarmi di cose tali che mia madre avrebbe fatto meglio a non mettermi al mondo. Ho più peccati sottomano che pensieri in cui versarli».
Io posso dirlo di me stesso, specie in fatto di cadute e di lussuria.
Prudente, come consigliò Gesù, non lancerò la prima pietra, sperando nel perdono che non merito.
Un credente sa che, fra i primi dodici cristiani, ce n'era già uno che tradì Cristo: una bella percentuale, circa l'8%.
Nessuno scandalo ripugnante, nessun prete indegno - soprattutto - potrà mai costituire un argomento contro la nostra fede.



La nostra fede è in Colui che ha accettato la croce per salvarci, e che ora ci si dona come Pane e Vino.
Questo ci nutre e ci rende sempre più forti, nonostante le debolezze e le cadute.
Perché non è la nostra forza (inesistente), ma la Sua a sostenerci.
Io non ho mai taciuto le magagne e le derive della Chiesa, e continuerò a non tacerle, convinto di compiere un dovere di credente.
Ma non mi unirò mai allo «scandalo» degli ipocriti.
Anzi queste cose private, se pur mi addolorano, in fondo non mi colpiscono più di tanto.
Sono purtroppo prevedibili.
E sono in parte colpa mia e nostra, di noi credenti «mediamente onesti»: non abbiamo pregato abbastanza per i nostri preti.
Che ci danno il Pane, qualcosa per cui non li ripaghiamo abbastanza con la nostra gratitudine.
Io - e spero di poter dire «noi» - sto con i miei preti, i miei preti oggi tutti quanti umiliati e sospettati, la mia Chiesa dispensatrice di grazia che si vuol gettare nel fango in questo modo.

Maurizio Blondet

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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Può anche darsi che il documentario BBC abbia inesattezze del tipo:

"il documento segreto che «copre i delitti sessuali dei preti» è stato firmato da Ratzinger in quanto capo del Sant'Uffizio."

Io penso che le opportune precisazioni verranno fatte dalle controparti in un civile dibattito pubblico, che spero si faccia al più presto proprio per chiarire tutti i punti oscuri di questo documentario.

Ma ciò che deve essere conosciuto da tutti, a prescindere che lo abbia detto o no la BBC, è che sulle responsabilità dirette di Ratzinger bisogna citare l’epistola De Delictis Gravioribus (quella si firmata di suo pugno!)datata 18 Maggio 2001 e rivolta a tutti i vescovi del globo, in cui scrisse che:

“Nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche SOLAMENTE i sacerdoti possono VALIDAMENTE svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore” ribadendo che “le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio” e che si sarebbero dovuti attendere 10 anni, da quando le vittime avessero compiuto la maggiore età, per rivelare le accuse (ottenendo in questo modo la prescrizione dei reati, a quel punto non più perseguibili dalla giustizia civile).

Richiamando tale documento Ratzinger rinnovava un divieto di tipo gerarchico per i prelati a conoscenza dei fatti, a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi.
Il futuro papa, quindi, avocava al vaticano la competenza esclusiva sulla materia.

Tale documento quindi, appare essere un aggiornamento del discusso Crimen Sollicitationis datato 1962.
Quindi è di fatto una formale ratifica che indica anche le modalità di applicazione di tale decreto (seppur scritto da altri).

Ok! Ratzinger non era a quel tempo Papa, ma in qualità di capo del Sant'Uffizio aveva tutta l'autorità e la preparazione per proporre un testo alternativo o delle semplici correzioni al decreto, da sottoporre all'approvazione del suo Papa (Giovanni Paolo II) di cui conosciamo tutti, credenti e non credenti, l'integrità morale.

Non avendo però fatto questo ma avendo anzi ratificato e fatto applicare il decreto Crimen, tramite la lettera rivolta ai vescovi, si deduce che la sua personale convinzione fosse che tale decreto fosse valido per risolvere un problema di COSI VASTE PROPORZIONI.
L'alternativa sarebbe pensare che altrimenti usasse applicare in modo automatico, senza un senso critico, tutto ciò che i suoi predecessori avevano decretato prima di lui.
E questo non lo credo neanch'io perchè sminuisce la sua intelligenza.

Bisogna allora credere che sia stata una decisione ragionata quella di far applicare il decreto.
Quindi come lo si voglia chiamare: "errore umano (da perdonare)" o "scarsa lungimiranza" o "decisione ragionata" etc. mi sembra doveroso che l'opinione pubblica lo sappia e che giudichi da se.
Perchè è giusto perdonare gli errori umani, che facciamo tutti, ma pretendere invece che gli altri non abbiamo l'ardire di "evidenziarli" e li debbano perdonare senza farli nemmeno notare, mi sembra alquanto superbo.
Specie da chi, ormai da tempo quotidianamente, ha la libertà di dire ciò che la società laica fa di giusto o di sbagliato.

Per quanto riguarda la "segretezza":
una cosa è il segreto istruttorio sulle indagini, le prove, i nomi dei testimoni e lo svolgimento dei fatti nei particolari, un'altro è il segreto totale anche sul nome e generalità degli imputati, capo d'imputazione e sull'emissione di avvisi di garanzia, di cui la società civile al il diritto di sapere per controllare che non venga fatto un'uso improprio della giustizia (ricordo che senza la stampa, la magistratura non avrebbe nessun controllo esterno sul suo operato e si perderebbe quindi un'importante diritto di garanzia per tutti).

Emiliano

Domenico & Gianluca ha detto...

Attenzione,ci sono delle inesattezze riguardo la De Delictis Gravioribus:
"Si deve notare che l'azione criminale circa i delitti riservati alla Congregazione per la dottrina della fede si estingue per prescrizione in dieci anni (11). La prescrizione decorre a norma del diritto universale e comune (12): ma in un delitto con un minore commesso da un chierico comincia a decorrere dal giorno in cui il minore ha compiuto il 18° anno di età."
Quindi il reato cade in prescrizione in modo estremamente arduo. Fosse un bambino di 8 anni,il reato decadrebbe 21 anni dopo.
Non si legge da nessuna parte il divieto alla collaborazione con la giustizia(assente anche nel crimen) nè si accenna a scomuniche.

Anonimo ha detto...

forse mi sono spiegato male:

sarà anche vero che la prescrizione di tali crimini, nell'ambito della giurisdizione vaticana, sia di (10 + 18 - ETA' Vittima) anni.

Ma io non mi riferivo alla prescrizione "vaticana" ma a quella civile.

Seguite questo ragionamento:

Supponiamo che la vittima abbia 8 anni al momento del crimine.
Diciamo che quando ne ha 9 (a volere essere ottimisti) viene intavolato il processo in Vaticano, dalla Congregazione. Che tempestività...!

Ma a questo punto il documento impone il segreto sul processo, pena la scomunica.

In questo modo di fatto NON VIETA, ma sicuramente OSTACOLA (del resto la scomunica per un prelato non è di certo un incentivo a parlare...) la denuncia ufficiale, da parte di chi è a conoscenza dei fatti, alle autorità giudiziare di competenza terrritoriale.

Allora si deve sperare che la vittima o il testimone, o non siano cattolici o se ne freghino cmq della scomunica e denuncino tutto.
In caso contrario però, il segreto rimarrà in vigore e quindi sarà già passato un'anno senza che la polizia sia a conoscenza nemmeno che il reato è accaduto e che è in corso un processo in Vaticano.

Ma quando decade sto segreto?
Il documento dice:
1) almeno fino all'emissione di una sentenza definitiva (che sarà resa pubblica);
2) se questa sentenza non perviene però, il segreto sui capi di accusa si estende per l'intero periodo di prescrizione: fino ai (10+18-età) anni dall'accaduto.

Quindi:
nel caso 1) se supponiamo che la sentenza del vaticano si raggiunge (ancora ottimisticamente) quando la vittima ha 10 anni, il segreto verrà rimosso e la polizia verrà a conoscenza dei fatti dopo 2 anni, che è già un ritardo non tollerabile per la giustizia civile.

nel caso 2) però, il segreto si pùò protrarre, nella peggiore delle ipotesi, fino al limite dei 10+18-8=20 anni, che sarà quindi il tempo trascorso a che il caso arrivi sui tavoli della giustizia ordinaria, che, a quel punto, dovrà ancora iniziare le indagini! Dopo 20 anni dall'accaduto!

Il fatto ancora più preoccupante è che la Chiesa in molti casi, non ha nemmeno intavolato i processi, trasferendo di fatto gli accusati da una diocesi all'altra e perdendo tempo utile alle indagini giudiziarie (quelle vere!).

Emiliano

Anonimo ha detto...

Aggiungo inoltre uno stralcio da Wikipedia sul "Crimen":

"Il documento invoca segretezza sia per le cause trattate che per il documento stesso. Il giuramento di silenzio perpetuo su ogni cosa avvenuta durante le fasi del processo, «eccetto quelle cose che si possono legittimamente pubblicare al termine del procedimento» (Formula A), è obbligatorio per tutti gli intervenuti nel procedimento canonico: gli imputati ma anche le vittime dei crimini contestati e gli eventuali testimoni; sono imposte misure estreme per la violazione della segretezza (scomunica latae sententiae).
"

tratto da:

http://it.wikipedia.org/wiki/Crimen_sollicitationis

Nel "De delictis gravioribus" vi è cmq ribadito:

"Le cause di questo genere sono soggette al segreto pontificio."

ossia si incorre nella scomunica, assolvibile solo dal Papa in persona, qualora lo si rivelasse.

Emiliano

Domenico & Gianluca ha detto...

Il ragionamento è chiarissimo,ed il punto è sempre quello.
Resto dubbioso a proposito dell'articolo 15 del crimen,che dovrebbe invece spingere alla collaborazione con la giustizia ordinaria.

Il resto più che altro è una comprensibile diffidenza verso le facoltà giudiziarie della Chiesa.
Che dire,neanche io ho la certezza che siano puniti,non se ne sa nulla.
Ed invece la popolazione tutta vuole pene severissime a proposito.

Riguardo la mancanza di processi:questa è evidentemente colpa dei vescovi che li cambiano di parrocchia piuttosto che avviare le indagini preliminare come impongono i documenti.

Anonimo ha detto...

Signori, sfortunatamente stiamo ragionando a vuoto.

Non possiamo fare ipotesi senza il testo completo del "Crimen".

Domenico & Gianluca ha detto...

Testo presente in questo link

http://www.cesnur.org/2007/Crimen_1962.pdf

E' ovviamente scritto in Latino,per migliorare il discorso proverò a trovare il testo anche in Italiano.
Tradurlo tutto è un lavoro titanico(sono 54 pagine) ma se avete una certa dimestichezza,guardate il punto 15.

Domenico & Gianluca ha detto...

Il testo come dicevo è enorme.

rimando anche a chi ha avuto la pazienza di criticare tutto il documento punto per punto. E' estremamente completo come commento. Chiarifica tutto a chi ha interesse per la verità e non per gli interessi politici.
E' un pò prolisso e non posso farlo entrare in home page(metterò il link anche tra i siti utili da noi proposti),ma inchioda completamente il documento della BBC(quanto meno riguardo le calunnie alla chiesa e al Papa)

http://www.cesnur.org/2007/mi_05_22a.htm

E diciamo che così è chiaro un pò tutto.
Vi accorgerete senza fatica della quantità di calunnie a proposito dello stesso tirate dalla BBC