venerdì 15 giugno 2007
Umanità per Priebke
Oggi nelle piazze di Roma verranno distribuite 10000 cartoline contro il permesso dato a Priebke di lasciare gli arresti domiciliari per recarsi al lavoro.
Priebke,all'epoca capitano delle SS a roma,fu uno degli esecutori materiali della strage delle fosse ardeatine(335 morti come rappresaglia all'attentato di via Rasella dove persero la vita 33 soldati sudtirolesi nazionalsocialisti)la cui memoria è ancora viva negli italiani e ci spinge(tutti,noi compresi) a porre ancora adesso condoglianze alle famiglie delle vittime.
Che Priebke fosse colpevole,non vi era alcun dubbio. Il tribunale in prima istanza aveva concesso alcune attenuanti(eseguiva un ordine dall'alto,era già 85enne,il reato era caduto in prescrizione da oltre 30 anni),ma sotto la pressione di varie comunità,Priebke fu arrestato e condannato all'ergastolo nonostante la sua età.
Adesso,93enne,ha la possibilità di lasciare gli arresti domiciliari per andre un paio d'ore a lavorare,ma troviamo un'insurrezione di veri e propri MARAMALDI che ostentano la loro lotta al nazifascismo(periodo conclusosi oltre mezzo secolo fa) protestando contro questo paio d'ore di una persona che,se è pur vero che è stata un'omicida in tempo di guerra,adesso è un vecchio 93enne vedovo agli arresti da quasi 10 anni.
Non si vuol prevedere nessun reinserimento nella società per quest'uomo,nonostante così reciti la nostra costituzione.
Tra i primi oppositori abbiamo addirittura il nostro esimio Ministro della Giustizia Mastella,tanto solerte nella stesura dell'indulto che ha permesso la liberazione(o la mancata galera)ad individui attualmente ben più pericolosi di un cadente 93enne.
Potrei tirare in ballo le foibe e il nulla compiuto dal nostro stato per condannare gli autori di quest'altro atroce sterminio di italiani,ma non è questo a mio parere il punto.
Il punto è l'umana pietà. L'umanità che si potrebbe contestare allo stesso Priebke per la strage di cui si è fatto partecipe,ma che non può mancare alla Giustizia italiana che da essa dovrebbe essere illuminata.
La strage compiuta è stata un atto gravissimo,ma la legge del taglione non può essere contemplata dalla nostra magistratura.
Non ci è dato rispondere in modo spietato a chi a sua volta è stato spietato,non possiamo rispondere con un atto malvagio ad un atto malvagio. Abbiamo l'obbligo di rispondere con un atto giusto e che non chiuda le porte alla speranza.
Ad 85 anni Priebke fu condannato a morire in cella,contro le nostre leggi che se vedono nel carcere un carattere afflittivo,vedono ancor di più in esso un percorso per il reinserimento nella società(contraddizione riguardo l'ergastolo).
Quindi qui non è un discorso politico nè possiamo permetterci di parlare di vendetta. Viene proposta umanità. Umanità che tocca picchi di eroismo nella richiesta di grazia proveniente anche da 3 famiglie delle vittime.
Ma qui non si tratta di grazia. Si tratta di dare ad un vecchio ultranovantenne 2 ore di libera uscita per svolgere un compito qualunque che gli dia la forza di tirare avanti in questi ultimi anni di esistenza rimastigli.
Ricordiamoci che siamo uomini,non sciacalli. Dimostriamo dunque umanità verso quel vecchio,a prescindere dalla personale opinione se ne sia o meno degno,augurandoci che tutti i parenti delle vittime abbiano la forza eroica di perdonare.
E non lasciamo che Priebke venga sciacallato da vendicativi forcaioli che salgono ancora sul vetusto carro della resistenza(ormai conclusa da quasi un secolo)vogliosi di onorarla continuando ad accanirsi contro di lui.
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