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giovedì 29 novembre 2007

Banche di stem cells da cordone ombelicale: non lasciatevi ingannare

Ho ricevuto in questi giorni la pubblicità via mail di una banca di cellule staminali da cordone ombelicale che opera in Italia, ma con sede a Londra (strategia per aggirare le nostre leggi).
Tutto il sistema puzza di bruciato:

Innanzitutto pensiamo al fatto che le donne si trovano in un periodo della loro vita nel quale sono particolarmente vulnerabili. Alla proposta di depositare alla banca le stem cells molte di loro accetterebbero quando di fronte a loro si presenti lo spauracchio di una probabile malattia del bambino. Certe mosse assumono quasi il profilo del terrorismo psicologico.
Dovremmo invece occuparci di scienza e i dati parlano chiaro: le probabilità che un bambino durante la sua vita abbia bisogno delle cellule staminali del cordone della madre sono prossime allo zero. Per essere precisi parliamo di 1 su 20000 (ventimila) in vent'anni.
Quindi ci troviamo di fronte ad un problema etico di una certa importanza: è eticamente corretto negare la possibilità di un trapianto HLA-compatibile ad un malato solo per conservare la possibilità di un trapianto di cui non ci sarà mai bisogno durante tutta la vita? Io trovo sia assurdo.

In realtà, in questa banca di cellule staminali credo che abbia peso, più che l'attenzione agli aspetti etici della ricerca da parte dei professionisti che vi lavorano, l'enorme business che gira attorno alla banca. Questa si impegna a conservare per 20 anni le cellule staminali.
Poniamo il caso che al bambino si manifesti la malattia al 21esimo anno: non ci sarebbero più stem cells da dargli perchè non sono più nella banca e, nel frattempo, sono state negate per 20 anni ad altri pazienti. E a questo punto sarebbe necessario usare le stem cells della rete internazionale, reiterando l'ingiustizia nei confronti degli altri pazienti.
Altro caso clinico: se al paziente viene la leucemia a 12 anni e prende le cellule staminali depositate alla nascita, dopo altri 12 anni, probabilmente riavrà la leucemia.

Un'altra semplicissima considerazione: è più probabile che durante la vita si abbia bisogno di un trapianto di cellule staminali o di una trasfusione di sangue? Mi sembra ovvio che sia molto più probabile la trasfusione di sangue, ma nessuno ha mai sentito il bisogno di fare una banca del sangue dove conservare le sacche del proprio sangue.

In conclusione, credo che sia assolutamente da sconsigliare il ricorso a queste banche di stem cells.
E sarebbe bene che la comunità europea dichiari illegittime queste banche che stratificano la popolazione in malati di serie A e malati di serie B.
L'Europa non deve diventare America.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimi Gemellineri,

le osservazioni sono tutte molto opportune e toccano aspetti importanti della questione.

La Banca del cordone in oggetto è posta sotto il controllo di un comitato etico molto affidabile che ha come obiettivo proprio quello di evitare derive commerciali che, in questo settore, sono veramente esecrande.
Per quanto mi riguarda ho proposto, ai responsabili della Banca, di affiancare ad ogni prelievo destinato alla Banca privata una donazione rivolta ad analoghe strutture pubbliche italiane; ho proposto inoltre di promuovere un programma dedicato a chi non può permettersi, dal punto di vista economico, il servizio. Una possibilità sarebbe quella di far pagare, a chi ha maggiori disponibilità, non una, ma dieci o venti conservazioni «in bianco» per i meno fortunati.

Non è compito mio, in ogni caso, parlare nel dettaglio di una iniziativa che non è mia, in senso stretto. Se avete piacere e interesse, si possono invitare i fondatori della banca a Catania e sottoporre alla loro attenzione ogni considerazione. A loro farebbe molto piacere.

Vi ringrazio per l'attenzione e non accanitevi contro di me, al limite discutiamo pacatamente
Narus

Domenico & Gianluca ha detto...

Mi dispiace se le è sembrato che mi stessi accanendo contro di lei. Non era certo nelle mie intenzioni e se così è sembrato sono stato frainteso.

Sarebbe estremamente interessante un dibattito a Catania con i fondatori della banca, ma purtroppo ormai abito a Roma. In compenso sarei felice di poterla incontrare durante le vacanze natalizie. Sarò più preciso in una mail privata.

Mi preme sottolineare sul blog come, a mio avviso, l'idea stessa di questa banca vada contro i principi etici per i motivi che ho esposto nell'articolo.
Accompagnare il deposito delle cellule staminali con donazioni renderebbe solo meno grave un atto che resterebbe assolutamente bioeticamente scorretto.
Anzi, probabilmente queste donazioni potrebbero essere usate per "convincere" l'opinione pubblica.
Per questo mi auguro che questi focolai siano spenti prima che si trasformino in incendi.

Nell'attesa di aver il piacere di discutere di persona con lei
porgo i più cordiali saluti.