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venerdì 2 novembre 2007

Sulla festa di Halloween

La festa di Halloween

Prima di partecipare alla festa di Halloween, è opportuno informarsi sulle origini, la natura e le implicazioni di essa.
«Dolcetto o scherzetto» è la formula magica che imperversa per le nostre strade nella notte di Ognissanti.
Dobbiamo temere i ragazzetti che scendono per le strade vestiti da mostriciattoli?
Croci contro zucche?
Nessuna battaglia, ma una semplice comprensione del senso vero e profondo della santità a cui siamo chiamati e a cui il Papa spesso ci richiama.
Occorre essere consapevoli che è a partire dalle piccole cose che viene manipolata la nostra cultura e censurata la nostra storia, stordendo l’uomo con l’oppio del magico e dell’inconsistente.
Viviamo nell’epoca e nella logica del «che male c’è in fondo…».
E invece c’è molto di male dietro questa festa che appare innocua, ma che, in realtà, è una festa pagana a cui si sono aggiunti elementi tratti dalla magia, esoterismo e stregoneria… il tutto mascherato in un perfetto cocktail d’ipocrisia.
Da cristiani, figli della chiesa di Roma, diciamo no ad una festa pagana con implicazioni nel mondo dell’occulto, ad una festa dell’ignoranza e della superstizione.
Halloween è «una finestra aperta, una porta d’ingresso all’occultismo».
C’è una chiara strategia alle spalle, che, con tatticismi e senza sospetti, vuole ingannare.
A cui si aggiunge un colossale business frutto di un’autentica pianificazione consumistico-commerciale su scala mondiale.
Dietro le maschere, le zucche, i costumi, apparentemente innocui, si nascondono molte insidie.
Halloween è la forma contratta dell’espressione inglese «All Hallows’Eve day» che letteralmente significa vigilia d’Ognissanti.

Le origini di Halloween risalgono agli antichi druidi celti che celebravano la vigilia del nuovo anno, il 31 ottobre, in onore di «Samhain», principe della morte, che veniva ringraziato per i raccolti estivi.
Si tratta del capodanno celtico ed è evidente l’origine pagana della festa.
Il giorno di «Samhain» segnava, dunque, l’inizio delle metà invernale dell’anno e veniva considerato un momento magico: le barriere tra vivi e morti si assottigliavano tanto da permettere agli spiriti di tornare sulla terra e comunicare con i vivi.
Col tempo questi spiriti assunsero un connotato diabolico e malvagio.
Fu così che apparvero i simboli della morte, che poco hanno a che vedere con la iniziale ricorrenza celtica.
La leggenda irlandese dice che Jack, fabbro malvagio e tirchio, dopo l’ennesima bevuta, viene colpito da un attacco mortale di cirrosi epatica.
Il diavolo, nel reclamare la sua anima, viene raggirato da Jack (!!!) e si trova costretto a rinunciare alla sua anima, facendolo tornare in vita.
Jack, ignaro degli effetti della malattia, muore un anno dopo.
Rifiutato in Paradiso, Jack non trova posto neanche all’inferno a causa del patto col diavolo e allora intaglia una grossa rapa mettendovi all’interno della brace fiammante.
Con questa lanterna, Jack, da fantasma, torna nel mondo dei vivi.
Gli irlandesi, emigrati in America verso il 1850, sostituirono le rape con le zucche che divennero le «Jack o’ lantern», utilizzate la notte d’Ognissanti, pensando di tener lontani gli spiriti inquieti dei morti che tentavano, come Jack, di tornare a casa.
«Trick or treat» è l’usanza del «dolcetto o scherzetto».
Il significato dell’espressione inglese è «trucco o divertimento», ma in realtà significa: «maledizione o sacrificio».
Nella notte di Halloween si chiedono soldi o cibo: se accontentati si promette prosperità e fortuna; al contrario la scherzetto diventa una maledizione alla famiglia.
Tutto questo è il presupposto della festa di Halloween: una tradizione pagana del mondo celtico, gonfiata da una leggenda irlandese, rivisitata dalla commercializzazione americana e importata in Europa e in Italia.
Ma le obiezioni cristiane a queste favole sono evidenti.

1. L’anima, dopo la morte, è nelle mani di Dio e col giudizio particolare va in Paradiso, Purgatorio o Inferno e non si fa delle passeggiate.
2. Quando l’uomo muore, il giudizio si compie solo davanti a Dio e non al diavolo.
3. Il diavolo non ha nessun potere di far tornare in vita un uomo dopo la morte, cosa che compete solo a Dio.
4. Se si fa un patto col diavolo l’inferno accoglie a braccia aperte.
5. E’ superstizioso pensare di allontanare questi presunti spiriti dei morti solo con una zucca!
6. La storiellina di Halloween sviluppa e accredita pratiche occulte e magiche.
7. I morti non sono qualcosa da cui difendersi, ma per i defunti si prega, si offrono messe, si fa elemosina.
E’ davvero sconcertante quello che, apparentemente nascosto, si cela dietro questa «festa» che getta blasfemia sulla festa di Ognissanti e dileggia il culto cristiano dei defunti.
Ma non è tutto.
Il 31 ottobre è una data importante non solo per la cultura celtica, ma anche per il satanismo.
E’ uno dei quattro sabba delle streghe.
I primi 3 segnavano il tempo per le stagioni «benefiche»: il risveglio della terra dopo l’inverno, il tempo della semina, il tempo della messe.
Il quarto sabba marcava l’arrivo dell’inverno e la sconfitta del sole… quindi freddo e morte.
Halloween, quindi, è una ricorrenza legata al mondo della magia.
Il mondo dell’occulto lo definisce così: «E’ il giorno più importante dell’anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico, è la festa più importante dell’anno per i seguaci di Satana».
Le cosiddette «streghe» restano incinte appositamente per sacrificare il neonato in quella notte.
E se vedete sparire qualche gatto nero chiedetevi il perché.
E’ la notte in cui si sguazza nella divinazione, nell’astrologia, nella chiromanzia, nella medianità, nella magia, nella stregoneria, nello spiritismo, nel satanismo.
La festa di Halloween, quindi, è un rendere osanna al diavolo, il quale se adorato, anche solo per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona.
La festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco: è questa l’astuzia del demonio!

Tutto questo è la versione moderna di Halloween che va ad aggiungersi a quel clima di magia che siamo costretti a subire di continuo: dai fiumi di serial televisivi in cui le streghe sono magari anche simpatiche e buone ad anni di harrypotterismo, da un oceano di riviste con richiami all’esoterismo agli amuleti e oggetti magici.
Il «paradosso di Halloween» è proprio quello di essere una festa ipermoderna nel modo di presentarsi ed iperarcaica nelle idee; rappresentare il massimo della credulità in un mondo sempre più secolarizzato.
Nella cultura di massa dove imperversa la logica della «festa per la festa» a prescindere dai contenuti, è facilmente spiegabile il successo della penetrazione di Halloween, emblema del vuoto, delle zucche, ma specialmente delle teste vuote che in esse si perdono.
Alle zucche vuote di Halloween i cristiani rispondono con le zucche piene di cultura veramente alternativa e controcorrente, che alla confusione dei fenomeni di massa, sostituisce l’intimità e il silenzio di una fede vissuta.
E’ un vero e proprio scippo che la cultura cristiana sta subendo.
La progressiva scristianizzazione della festa cristiana, la ferializzazione del giorno festivo hanno dato la spinta all’introduzione di questa nuove feste anticristiane.
Ma in realtà quella di Ognissanti è una festa cristiana.
Instaurata da Papa Gregorio IV nell’840, originariamente si celebrava nel mese di maggio.
Fu nel 1048 che Odilio de Cluny spostò la celebrazione cattolica all’inizio di novembre per detronizzare il culto di Samhain.
La Parola di Dio (150 circa sono i passi ) è chiarissima al riguardo, vietando il ricorso più o meno consapevole a pratiche di superstizione e irreligiosità.
La tentazione e oppressione diabolica, descritta nel Vangelo, tenta di pervertire l’uomo rendendolo nemico a Dio.
Ma Gesù ha dimostrato la sua potenza sui demoni e ha trasmesso questa sua potenza ai suoi discepoli.

Lo stesso magistero e la tradizione cattolica che si esprime nella catechesi è chiara al riguardo.
L’unico culto da rendere è quello all’unico e vero Dio che si fa carne in Gesù Cristo.
Tutto ciò che è deviato da questo culto diventa superstizione, che ha la sua massima espressione nell’idolatria (che può arrivare al satanismo), come nelle varie forme di divinazione e magia.
La divinazione è la pretesa di conoscere e preannunciare il futuro e le cose nascoste, mediante contatti con forze occulte.
E’ condannata perché nasce con un patto con il diavolo e conduce l’uomo a credere in colui che combatte la salvezza, ma il futuro non può essere previsto perché appartiene solo a Dio.
Sono in contraddizione con la fede cristiana la consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium.
La magia e la stregoneria non pretendono di conoscere invano il futuro, ma le cose occulte.
Si pretende in altre parole di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere sugli altri soprattutto per nuocere, ricorrendo all’intervento dei demoni.
Anche portare amuleti è da condannare.
La Chiesa mette in guardia anche dallo spiritismo che spesso implica divinazione o magia.
La Chiesa crede nel Dio della Luce e della Vita.
Allora una notte di Halloween piena di mostriciattoli o di fantasmi?
No, grazie!
Una notte attorno al Santo dei Santi: Gesù che porta una grande luce d’amore.
Per invocare l’unico spirito che non porta paura o terrore.
Ci sono orizzonti di cielo per chi crede in Cristo.

Una luce nella notte.
Una luce nella notte di Ognissanti.

Anonimo
www.effedieffe.com

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